Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Priorità a famiglia e donne La sicurezza? No alle ronde, meglio il controllo di vicinato»
TREVISO L’importante è non farsi confondere dalla misura minuta e dal portamento delicato: «Con un fisico più possente, col carattere che ho, avrei potuto far male a qualcuno» sorride Carla Condurso, avvocato canonista e candidato sindaco a Treviso per il Popolo della Famiglia. Ha origini nobili (la nonna era principessa in centro Italia), il padre era un magistrato napoletano, lo zio procuratore della Repubblica: seguire la carriera legale era quasi un obbligo, anche se da giovane avrebbe voluto fare il medico. La candidatura è arrivata a sorpresa, «la vita ce ne riserva tante».
Sono sportiva, dinamica Difenderò la base della nostra società
A vederla non si direbbe un’appassionata di arti marziali...
«Ho fatto krav maga per un anno, alla prima lezione ho tirato giù un uomo che era il doppio di me. Ho fatto anche danza classica e body building. Adoro lo sport».
Che tipo di esperienza è la candidatura a sindaco?
«L’incontro con le persone mi ha dato molto in questi mesi. Anche se ho dovuto fare dei sacrifici. Sono già molto impegnata, sto studiando per un dottorato di ricerca, lavoro in provincia di Venezia e ora sono spesso fuori. Spiace che la famiglia, cardine del nostro programma, ne risenta in termini di tempo».
Il luogo scelto per rappresentare la sua campagna elettorale è piazza Santa Maria dei Battuti. Perché?
«Racchiude, allo stesso tempo, problemi e opportunità. Sicurezza, gruppetti di ragazzini molesti e una pesante penalizzazione del commercio per i ritardi nei lavori. Ma anche una piazza nuova, molto bella, a dimensione familiare. Il nostro progetto per Treviso parte dalla famiglia. Siamo vicini a tutte le associazioni che difendono la vita».
Quale dev’essere le priorità per un sindaco?
«La famiglia e le donne. Nel nostro programma c’è un assessorato specifico, va creato un tavolo di lavoro che affronti queste tematiche strettamente collegate, i nodi dell’imprenditoria, della formazione, della cultura».
Cosa serve di più a Treviso?
«Più coordinamento nella sicurezza fra pubblico e privato, non ronde padane, ma controllo di vicinato: è caldeggiato anche dal ministero dell’Interno».