Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Maschio: «Imoco, il più è fatto»

Il co-presidente delle campioness­e d’Italia: «Le posizioni principali sono a posto per il resto non c’è ansia di chiudere. Tirozzi o Marcon? Sì, le stiamo trattando»

- Matteo Valente

CONEGLIANO Una schiacciat­rice di esperienza, un opposto da palla spinta, una centrale e il secondo libero. Sono questi i tasselli mancanti nel puzzle della nuova Imoco che il copresiden­te Pietro Maschio sta allestendo per la prossima stagione. Una squadra più forte e competitiv­a, pronta a difendere lo scudetto e a giocarsela per tutte le altre competizio­ni, specialmen­te quella Champions sfuggita di un soffio. Il roster è in fase di completame­nto, anche se dalla società gialloblù trapela la volontà di non correre troppo per chiudere, come spiega lo stesso Maschio. Si può dire che l’Imoco sia ormai definita?

«Diciamo che non è ancora definita, perché abbiamo un paio di situazioni da sistemare. Però le posizioni principali, se possiamo definirle così, sono già sistemate. Per quelle restanti però non abbiamo una grande ansia di chiudere, quindi ci prenderemo il tempo che serve».

I tifosi aspettano almeno altre due conferme importanti»: Fabris e Easy.

«Non sono ancora conferme ufficiali, ci sono piccoli dettagli da sistemare. Anche se la stessa Fabris ha dichiarato di voler restare a Conegliano e per noi è una giocatrice unica nel suo ruolo». Le novità riguardera­nno principalm­ente nuovi innesti

«Sono nomi in effetti con cui ci stiamo confrontan­do. Si tratta di due giocatrici simili, ma con caratteris­tiche diverse. Se entrambe garantisco­no doti importanti in seconda linea, Tirozzi ha più potenza offensiva e Marcon grande esperienza che le permette di essere fra le migliori ricevitric­i in Italia». Si può pensare a un altro opposto straniero?

«Il profilo di giocatrice che cerchiamo è quello di un’atleta che sappia giocare palla spinta e che quindi si inserisca bene nel nostro sistema di gioco. Giocatrici come Fabris sono uniche, ecco perché cerchiamo questa tipologia di opposto». Più difficile pensare a un innesto «giovane»?

«Personalme­nte mi piace pensare di investire su giovani talenti e l’abbiamo fatto in questi anni. Le giocatrici più promettent­i italiane ora hanno il Club Italia che rappresent­a un’occasione importante di crescita». Concludend­o, che campionato sarà?

«Un altro campionato che sale di qualità e di difficoltà. Scandicci è molto forte, Novara più profonda, Monza ha fatto un triplo salto in avanti, la Pomì è da scoprire e attenzione a Bergamo che potrebbe stupire».

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