Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Rosi mister preferenze Deludono gli assessori

Il papà di Treviso Civica sopra tutti, battuti Camolei e Michielan Il delfino Zampese accelera e supera Gentilini, Zanini non ce la fa

- S. Ma.

La gara delle preferenze TREVISO evidenzia per prima cosa chi ne ha prese tante, come il più votato Franco Rosi, eletto per la settima volta in Consiglio comunale con 478 voti, e Riccardo Barbisan, già consiglier­e regionale leghista, alla terza candidatur­a e terza elezione con 416.

Ma bisogna guardare anche guardare chi non le ha prese e forse avrebbe dovuto se non altro dopo cinque anni di maggioranz­a, in Consiglio o in giunta. Il voto dell’esecutivo manildiano, tolti i risultati personali buoni di Liana Manfio (341, pari opportunit­à e partecipaz­ione) e Roberto Grigoletto (340, vicesindac­o, sociale e sicurezza) che vanno oltre quota trecento e sono gli unici a rientrare, è mediamente basso: 142 Luciano Franchin (cultura), Anna Caterina Cabino 97 (scuola), Marina Tazzer 85 (urbanistic­a); Alessandra Gazzola (bilancio) non candidata. Stupiscono in negativo i due assessori più in vista e che hanno inciso sulle politiche del centro storico, chi le due piazze riqualific­ate e chi attraverso il rapporto con l’anima delle botteghe e delle attività produttive: Ofelio Michielan (lavori pubblici) 89 preferenze, Paolo Camolei (commercio) 98.

Nella lista leghista passano i nomi noti: Federico Caner, assessore regionale, Christian Schiavon segretario di circoscriz­ione, Giancarlo Da Tos consiglier­e uscente, l’ex presidente del Parco del Sile Nicola Torresan; poi i nuovi, l’assicurato­re Matteo Marin, la «pasionaria» Claudia Tronchin e il ritorno di Roberto Borsato.

La lista Conte prende una valanga di voti al simbolo ma poche preferenze ai suoi, porta ai Trecento per la prima volta Forza Nuova con Davide Visentin e gli indipenden­tisti con Silvia Nizzetto; tornano Giancarlo Iannicelli e l’ex assessore Sergio Marton, il conma sigliere Giorgio Torresan e la sorpresa è Massimo Zanon, uomo di sport e rugby.

La lista Zaia Gentilini, pur inferiore nella percentual­e, ha una dose gigantesca di voti personali: gran lavoro di Sandro Zampese (373, quaranta in più di 5 anni fa), il ritorno di Mirco Visentin e Antonio Dotto, cacciatori di teste over trecento; Giancarlo Gentilini si ferma a 297 che sono tante non per chi era arrivato a quota mille come lui ai bei tempi, e poi Giuseppe «Bepi» Basso ex assessore ai lavori pubblici a 220 (quasi il triplo dell’uscente); primo dei non eletti l’ex assessore Vittorio Zanini. Per Forza Italia entra il candidato senza tessera, ossia Davide Acampora, con 310 voti. Nel centrosini­stra gli eletti sono quasi tutti uscenti: nel Pd il più votato è Stefano Pelloni, 357 tutti suoi; poi Manfio, Grigoletto, l’attivissim­a consiglier­a Antonella Tocchetto e Michela Nieri, paladina dei diritti civili; entrerà anche Nicolò Rocco perché Manildo non manterrà lo scranno. Nella lista Manildo, che doveva essere il segno del cambiament­o, passano gli ex Per Treviso Fabio Pezzato e Gian Mario Bozzo e Vittorino Benvenuti. Due gli eletti per Treviso Civica, il già presidente del Consiglio comunale Rosi, consiglier­e anziano che aprirà il primo consiglio, e Maria Buoso. Entrerà il candidato sindaco grillino Domenico Losappio, così il Movimento 5 Stelle recupera il posto che fu di David Borrelli (la compagna Riva, candidata in Treviso Civica, non entra).

Sparisce totalmente la sinistra, ed è la prima volta da decenni. Escluse tante facce note come Petra De Zanet (21), il presidente di Ascom centro storico Enrico Zanon (13), Enrico Renosto, fuori gli ex grillini Gnocchi e Avoncelli, i consiglier­i di Impegno Casagrande e Negro, il gentilinia­no Fanton.

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