Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
L’accendino dell’energia solare
Padova, team di scienziati ha creato il prototipo del primo reattore a fusione nucleare
PADOVA Costruito a Padova tra i capannoni del nucleo industriale, dal consorzio Rfx che raccoglie Cnr, Enea, Infn, ateneo e Acciaierie Venete, ieri è stato presentato «Spider», prototipo della sorgente ionica di «Iter» (in foto) la, il primo reattore sperimentale a fusione nucleare in costruzione in Francia. In sostanza è stata avviata la sperimentazione dell’«accendino» che avvia la produzione di energia creata grazie al riscaldamento del plasma, la materia di cui è fatto il sole.
PADOVA Conquistare l’energia del sole e delle stelle, come Fetonte che, nel mito greco, ha rubato il carro del sole guidato dal padre Apollo. Un sogno coltivato dagli uomini da sempre, che oggi è diventato realtà ed è pronto a compiere un balzo in avanti: non solo appropriarsi dell’energia, ma governarla e controllarla. Sarà possibile grazie a «Spider», che sta per «Source for the Production of Ions of Deuterium Extracted from a Radiofrequency plasma» (Fonte di produzione di ioni di deuterio estratti dalla radiofrequenza del plasma), enorme laboratorio costruito a Padova tra i capannoni del nucleo industriale, dal consorzio Rfx che raccoglie Cnr, Enea, Infn, Università di Padova e Acciaierie Venete. La sperimentazione è stata avviata ieri. Stando ai termini tecnici, «Spider» è un sistema di iniezione di particelle neutre, prototipo della sorgente ionica di «Iter», il primo reattore a fusione nucleare in costruzione a Cadarache, in Francia. Tradotto, significa che ieri a Padova è stata avviato l’«accendino» che, nei prossimi anni, verrà replicato in Francia per dare la scintilla e avviare la produzione di energia creata grazie al riscaldamento del plasma, la materia di cui è fatto il sole appunto, fino a 100 milioni di gradi. Ecco perché l’avvio della sperimentazione di «Spider» è stata paragonata all’accensione di un piccolo sole. E se «Iter» è un progetto da oltre 20 miliardi di euro, cui partecipano Cina, Giappone, India, Corea del Sud, Russia, Usa e Unione Europea, nel solo «Spider» al momento sono stati investiti circa 62 milioni di euro, con il coinvolgimento di un centinaio di aziende. Il valore dell’intero laboratorio padovano, nel momento in cui verrà terminata la sperimentazione e sarà avviata anche la seconda parte, «Mitica», prototipo dell’iniettore che servirà poi ad inserire il fascio di particelle nel reattore sperimentale «Iter», arriverà a sfiorare però il mezzo miliardo di euro.
Circa 170 le persone che lavorano a «Spider», di cui un centinaio di ricercatori provenienti da tutto il mondo, ma soprattutto dall’Università di Padova da dove, cinque secoli fa, Galileo Galilei osservava, e sognava, le stelle. Ieri mattina, davanti a centinaia di persone fra ricercatori e rappresentanti della Commissione europea, del rettore dell’Ateneo Rosario Rizzuto e del direttore generale di «Iter», Bernard Bigot, tutti con gli occhi lucidi per l’emozione e l’entusiasmo, la cerimonia di inaugurazione appunto. A fare gli onori di casa, Francesco Gnesotto, presidente del Consorzio Rfx che, insieme a Bigot, hanno premuto una piccola sfera argentata, tra musica di violini e luci soffuse: il segnale per avviare il primo fascio di ioni che, per 15 secondi, ha prodotto plasma. Un primo passo, perché l’esperimento a Padova andrà avanti per anni.«Per i prossimi anni saremo impegnati nell’estrazione di ioni negativi — spiega Gnesotto —. Nel 2022 entrerà in funzione Mitica, la seconda parte dell’esperimento padovano, il cui compito sarà accelerare il fascio di ioni per un milione di volte. Un compito difficilissimo: mai nessuno, fino ad ora, c’è riuscito. Speriamo di riuscire entro il 2026 ad avere tutte informazioni per costruire i due iniettori di Iter che dovranno entrare in funzione nel 2032, per ottenere nel 2035 la fusione termonucleare con produzione di potenza». Una volta che sarà entrato in funzione il laboratorio in Francia, però non verrà abbandonato quello padovano. «Durante le operazioni di Iter ci sarà bisogno di modificare gli impianti — continua Gnesotto — e sarà meno costoso e più sicuro farlo qui a Padova». Perché si ottenga energia pulita, e decisamente più sicura rispetto a quella della fissione nucleare, bisognerà attendere almeno fino al 2050. Per il momento, si possono però progettare le future applicazioni. «Padova è orientata al futuro fin dai tempi di Galileo — ha commentato Bigot —. Ha accettato una sfida enorme, di cui Galileo sarebbe stato fiero».
Il progetto
Un enorme laboratorio è stato costruito tra i capannoni industriali dal consorzio Rfx