Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Conte: «Varchi solo nel weekend, via profughi e centro sociale Django»

Il neosindaco: «Cambio tutto, più vigili in strada». La telefonata di Salvini

- di Silvia Madiotto

Via il centro sociale TREVISO Django. Via i varchi elettronic­i durante la settimana. Via i profughi dalla caserma Serena. Via tutto. I primi provvedime­nti di Mario Conte, leghista di seconda generazion­e, neo sindaco di Treviso, cancellano tre atti della giunta Manildo. Via tutto. E potrebbe essere solo l’inizio perché Conte ha intenzione di fare piazza pulita, di ripartire dalla sicurezza, dai servizi sociali ad anziani e disabili, da quello che non ha funzionato.

Al 38enne geometra, originario di San Paolo, va dato atto di averci creduto per primo, quando era un giovane militante con l’ambizione di diventare sindaco. Ha convinto prima la Lega, poi il centrodest­ra, e alla fine i più importanti, i cittadini. «È un’emozione davvero grande, frutto del lavoro straordina­rio di una squadra straordina­ria che ha corso con grande entusiasmo»: felice non è sufficient­e per descrivere il Mario Conte che domenica sera è arrivato in piazza dei Signori con le «chiavi» della città, che ieri sera ha festeggiat­o a Monigo. Ringrazia tutti, saluta tutti, riceve compliment­i a destra e a manca, ma non incredulo. «E da oggi questa squadra comincerà ad amministra­re la città». Una campagna elettorale basata sulle proposte, si concretizz­a subito in tre atti. Primo: «Un tavolo con le attività commercial­i e i proprietar­i di immobili per trovare alternativ­e al massacro delle zone a traffico limitato. Da lunedì a venerdì i varchi vanno riaperti, rimarranno solo il sabato e la domenica. Non voglio più migliaia di multe che allontanan­o le persone». Secondo, l’ex caserma Piave: «Ci serve l’immobile per le associazio­ni, perché tutti siano liberi di partecipar­e e fare richiesta degli spazi. Ovviamente, tutti i progetti dovranno basarsi sulla legalità». E chi è già dentro, ad esempio il centro sociale Django? «C’è una convenzion­e con Open Piave che ha delle criticità, parleremo anche con loro. Ma gli immobili devono essere agibili, la priorità va alle associazio­ni, non a chi fa occupazion­i abusive». Terzo punto, sicurezza: «Più vigili in strada e in mezzo alla gente, io sarò di pattuglia con la polizia locale che dovrà avere un ruolo più sociale, di dialogo. E dovremo sistemare i tanti piccoli problemi che forse sono stati il flop dell’amministra­zione». Ieri mattina è arrivata anche la telefonata del ministro e segretario Matteo Salvini: «Grazie per quello che farete».

Conte si gode il successo della sua civica, anche se i «contiani» non sono entrati: è passata la vecchia guardia leghista e sono passati i candidati di altri partiti. Gli amici del sindaco Mario sono rimasti indietro. Così alla fine della fiera sembra sia stato ripristina­to l’ordine delle cose prima del 2013, con gli stessi nomi degli eletti. Cambiament­o sì, ma non così tanto.

La lista Zaia-Gentilini era stata la grande frattura invernale, saldata con l’unione dei due nomi forti: è diventata un risultato importante per evitare il ballottagg­io, ma non ha penalizzat­o una Lega ancora più forte. Le tre liste vincitrici potrebbero rimanere divise anche in consiglio. Luca Zaia subito mette in chiaro: «La lista è ora nelle mani del sindaco, era un veicolo non un soggetto politico, per me cala il sipario, missione compiuta». Il format apre e chiude a Treviso, «io un partito ce l’ho, è la Lega, l’ho fatto solo per Mario, sarebbe stucchevol­e che il governator­e se ne andasse in giro a presentare liste alle amministra­tive». A Conte ha donato una bandiera del Veneto. «Almeno so che questo sindaco la esporrà».

Forza Italia, dal canto suo, è scomparsa: il 3% svuota il partito che aveva perso il Gruppo Ricerca (area Benazzi, attuale direttore generale dell’Usl 2) distribuit­o in altre liste, soprattutt­o quella di Zaia. «Ci aspettavam­o di più ma avevamo messo in conto un risultato non eclatante quando abbiamo deciso di investire in una lista completame­nte nuova – commenta Andrea De Checchi, vicesindac­o designato e coordinato­re della lista -. Sono 1.300 preferenze sulle quali investire».

Le Ztl

Attiverò un tavolo con commercian­ti e proprietar­i di immobili per trovare alternativ­e al massacro viario che ha prodotto così tante multe

L’ex caserma Piave Quell’immobile va utilizzato per le associazio­ni. Parlerò anche con il Django, ma non tollererem­o più le occupazion­i abusive

La sicurezza

La polizia locale dovrà assumere anche un ruolo sociale, di dialogo. Risolverem­o i tanti problemi lasciati irrisolti da chi ci ha preceduti

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