Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Paladin: «Così abbiamo lanciato Mario»

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TREVISO Due nomi su tutti. Alessandro Manera, il braccio destro, il coordinato­re della campagna elettorale, l’amico fidato e fraterno di Mario Conte, il sempre presente. E Piergiorgi­o Paladin, l’ideatore della comunicazi­one vincente firmata Ideeuropee, così colorata e così poco leghista (ispirata a quella salviniana ma per il resto davvero poco padana), che ha lanciato l’immagine coordinata con la chiave azzurra, «siamo tutti trevigiani», decorata col profilo dei palazzi della città. Il successo del nuovo sindaco di Treviso sta anche negli uomini che con lui hanno condiviso percorso di due mesi massacrant­i, con 17 incontri e sette caffè al giorno, strette di mano, pochissimo sonno. Le liste, i partiti e i candidati hanno realizzato le idee, «il programma è partito da loro», ma chi ha partorito la gran parte di quel progetto è lì, nel terzetto che si capiva al volo. Paladin, domenica sera, era nervoso quanto i candidati, perché per Ideeuropee di campagne elettorali ce ne sono già state, ma un capoluogo è una storia a sé. «Com’è nata? Siamo partiti dall’orgoglio dei trevigiani, quando sono lontani dalla loro città sono fieri di raccontare quant’è bella – spiega -. La chiave viene simbolica-mente affidata al sindaco per farlo entrare nelle proprie case, e il sindaco la ritorna ai suoi cittadini, non a chi viene da fuori». Una campagna in continuità con il ventennio leghista ma anche di grande rottura: dopotutto si arrivava da una sconfitta cocente, quella di Genty nel 2013, bisognava innovare. «Abbiamo capito che avevamo un candidato molto empatico e che dovevamo fargli incontrare le persone. Lui era ben disposto a farlo. Non voleva attaccare l’avversario, voleva proposte». Manera, consiglier­e a Paese, nel consiglio camerale della Camera di Commercio, ci ha creduto quanto Conte: hanno affrontato tutto insieme, ed è probabile che lo faranno per altri cinque anni.

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