Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Casa disabili mai avviata «Lando dia 2,5 milioni»

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VENEZIA I circa 150 mila euro per la vicenda «4 Autism», di cui 59 mila a suo carico, erano solo l’«antipasto». Ieri è arrivato il carico pesante della Corte dei Conti per Moreno Lando, il 60enne managerimp­renditore veneziano di nascita e padovano di adozione, coinvolto in tre progetti sociali che furono finanziati dal fondo di rotazione della Regione Veneto ma che in realtà non videro mai la luce. I giudici hanno infatti condannato lui e la cooperativ­a sociale Athena a restituite – fiftyfifty – la stratosfer­ica cifra di 2 milioni e 650 mila euro, cioè il contributo ricevuto da Palazzo Balbi nell’ormai lontano 2012, più 113 mila euro di interessi. Ed è ancora pendente la decisione sulla terza vicenda, quella dell’altra coop Ipas.

A chiedere la condanna era stata il pm contabile Chiara Imposimato, sulla base delle indagini della Guardia di Finanza di Treviso. La pm aveva infatti spiegato come Athena aveva partecipat­o al bando del 2011 con un progetto che prevedeva di trasformar­e un’immobile a Vigo di Cadore per farne un centro estivo per disabili. Aveva chiesto oltre 5 milioni di finanziame­nto e a fine 2012 la Regione ne aveva dati la metà. Ma il progetto non è mai partito, anche perché la coop aveva presentato un piano più ampio (con l’obiettivo di avere ulteriori finanziame­nti europei), che prevedeva un aumento di cubature e che aveva richiesta una variante urbanistic­a da parte del Comune. Ed era proprio su questo che la difesa – con gli avvocati Giorgio Trovato e Carola Pagliarin – aveva insistito, spiegando che il progetto era naufragato anche per il complesso iter burocratic­o e le troppe richieste.

Tesi che però i giudici hanno rigettato, ricordando che Athena già nel giugno 2015 aveva ottenuto il permesso a costruire e che in ogni caso è stata lei ad essere «gravemente negligente», in primis per aver proposto quel maxi-progetto, ben sapendo che avrebbe aggravato l’iter. Peraltro anche in violazione del bando, che prevede il finanziame­nto di un progetto definitivo. Il danno erariale, spiega la Corte, deriva anche dal fatto che il fondo di rotazione è fatto proprio per iniziative rapide, dai tempi certi, perché i finanziame­nti che rientrano devono essere di nuovo investiti in altri progetti. Per far questo, tra l’altro – scrivono i giudici – Athena avrebbe mandato in Regione delle comunicazi­oni false e «prive di buona fede», per esempio sulle tempistich­e. (a. zo.)

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Condannato Moreno Lando

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