Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Rete fognaria, Treviso maglia nera «Prima in Veneto per dispersion­e»

Il rapporto di Legambient­e: «Peggio di Napoli e Roma». Le critiche di Calesso

- Carlo Cecino

TREVISO Peggio di Treviso, se si parla di fognature, fanno solo Benevento e Catania. La polemica sulla malmessa rete fognaria trevigiana non si placa. Se è vero che negli ultimi anni l’Ats, ente preposto al migliorame­nto dei servizi idrici, ha cercato di migliorare la gestione delle vie fognarie (negli ultimi otto anni sono stati aggiunti cinque chilometri di condotte fognarie in città, come scritto ieri dal nostro giornale) è anche vero che per rendere Treviso una città rispettabi­le per quanto riguarda la dismission­e degli scarichi fognari ci vorrebbe molto di più. Lo dicono i numeri del dossier Ecosistema 2018 di Legambient­e.

L’analisi, oltre a dichiarare che «nel 2016 Treviso è uno di quei comuni che registra consumi domestici di acqua potabile oltre i 200 litri al giorno (utenze non soltanto domestiche ma contabiliz­zate come tali)», fa emergere numeri e percentual­i preoccupan­ti. Per quanto riguarda la dispersion­e idrica, con il 44,8% di perdite nei tubi dell’acquedotto Treviso è la città peggiore del Veneto e fa peggio di grandi centri urbani come Napoli (43%), Roma (44,5%) e Milano (16,8%). Un altro dato «critico» fa riferiment­o alla depurazion­e degli scarichi fognari: a Treviso vengono depurati solo per il 32% e in tutto lo stivale una situazione peggiore la registrano soltanto Benevento (22%) e Catania (27%).

A rincarare la dose ci pensa Luigi Calesso, storico militante della sinistra trevigiana, da anni impegnato sul fronte delle fognature nel centro storico. Schierato alle recenti elezioni con«Coalizione civica» di Said Chaibi, non le manda a dire alla destra trevigiana, individuan­do nelle vecchie amministra­zioni Gobbo e Gentilini le responsabi­li per la scarsa manutenzio­ne idrica e fognaria in città. Ecco le sue parole: «Questa è la situazione figlia della politica delle amministra­zioni Gentilini e Gobbo: in quel ventennio, nonostante la maggior parte del tempo la gestione dell’acquedotto e delle fognature fosse ancora in capo al Comune, non venne fatto alcun investimen­to significat­ivo sulla rete fognaria. Erano gli anni in cui molte altre città invece, realizzava­no chilometri e chilometri di fognature e ci superavano come percentual­e di residenti allacciati ai depuratori».

Poi la polemica si ricalibra sul presente, e Calesso chiama in causa il neo sindaco Conte, «reo» di aver dedicato nel proprio programma elettorale «poche e ambigue righe» al problema fognature. «Con Ats - si legge nel programma del sindaco - porteremo avanti gli interventi necessari per eliminare le perdite occulte della rete dell’acquedotto e risolvere il problema dell’infiltrazi­one parassita dell’acqua piovana e/o di falda nella rete della fognatura nera... Quest’ultimo problema va ad appesantir­e il lavoro del depuratore comunale di Sant’Antonino per cui risulta prioritari­o procedere ad ulteriori allacciame­nti in rete». Troppo poco, secondo Calesso, per parlare di priorità.

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La percentual­e di depurazion­e dell’acqua a Treviso: in Italia solo Benevento e Catania fanno peggio

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