Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Scende dal furgone Travolto e ucciso
Si chiamava Vincenzo Sarachelli, abitava a Isernia ed aveva 42 anni la vittima dell’investimento di lunedì sera attorno alle 21 lungo la A13 in direzione Padova poco dopo Occhiobello. Di origine rom, Sarachelli lavorava come operaio per una ditta veneta. Lascia sei figli. Sarachelli non stava sfalciando l’erba della banchina stradale, come sembrava da una prima ricostruzione, ma stava andando al lavoro da solo su un furgone Renault per sistemare un viadotto all’altezza di Monselice. Prima aveva cenato coi colleghi ad Occhiobello, ed era stato il primo a mettersi in marcia per raggiungere il posto di lavoro. All’improvviso, forse per prendere il
cellulare o qualche effetto personale sul retro del furgone, il 42enne s’è fermato poco distante dall’ingresso dell’area di sosta «Quattro vie» lungo la corsia d’emergenza, ed è sceso. In quel momento è stato investito da un camion, morendo sul colpo. Al volante c’era un 23enne di Motta di Livenza (Treviso) che stava tornando a casa dal lavoro. Il giovane si è fermato e ha dato subito l’allarme. Il 23enne è risultato sobrio alle verifiche alcolemiche del sangue, ma è stato denunciato per omicidio stradale. Al vaglio ci sono i dati sulla velocità al momento dell’impatto con l’operaio molisano. Resta da verificare l’esatta posizione del 42enne e dell’Iveco al momento dello scontro. La salma di Sarachelli è a disposizione della famiglia, mentre non è stato disposto il sequestro del Tir. La tragedia di lunedì sera ha molti punti in comune con quella accaduta, sempre in A13, lo scorso giovedì pomeriggio all’altezza di Pernumia (Padova). Daut Behluli, autotrasportatore di origini albanesi ma che viveva con la famiglia a Paese (Treviso), è morto per le lesioni riportate dopo essere stato investito da una macchina dopo essersi fermato in corsia d’emergenza esattamente come Sarachelli. (a.a.)