Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Falsa disabile cammina: incastrata dalla Finanza
Padova, scoperta mentre si alza e cammina
PADOVA Fingersi invalidi per ottenere del denaro è uno dei reati più odiosi. L’ennesimo caso si è verificato a Padova. Qualche giorno fa, dopo approfondite indagini, la Guardia di Finanza ha smascherato una donna di 60 anni che per anni ha finto una grave malattia che la costringeva sulla sedia a rotelle. E invece la signora era in gran forma: quello stratagemma le ha consentito di mettere via un bel po’ di assegni di invalidità ingiustamente percepiti.
Ora i finanzieri stanno facendo i calcoli di quanto la donna, accusata di truffa aggravata, dovrà restituire allo Stato. Le indagini sul suo conto sono iniziate qualche mese fa, grazie a due esposti giunti sul tavolo del pubblico ministero Sergio Dini, che ha delegato gli accertamenti agli uomini del colonnello Fabio Dametto, a capo della Finanza di Padova.
Dopo numerosi appostamenti che avevano dato esiti contraddittori, le fiamme gialle hanno adottato la tecnica dell’infiltrato. Un finanziere si è travestito da infermiere e si è presentato in un ambulatorio in cui la donna doveva andare per affrontare alcuni esami.
Con la collaborazione di un medico «complice», i due investigatori hanno tratto in inganno la signora che, sentendosi sicura dopo la visita, si è alzata tranquillamente dalla carrozzina e ha fatto qualche passo senza difficoltà e senza zoppicare. Tanto è bastato agli investigatori, che l’avevano anche filmata, per fermarla subito, e portarla in caserma. A quel punto la donna non poteva più negare. Ora non resta che andare indietro nel tempo e fare il conto dei soldi da lei percepiti illecitamente, perché questo denaro dovrà essere restituito.
Non solo. La Guardia di Finanza sta anche valutando la possibilità di coinvolgere nell’indagine un camice bianco compiacente, che potrebbe aver redatto i primi certificati a favore della donna. Carte poi presentate alla Regione, la quale ha erogato l’assegno di invalidità sulla base degli accertamenti falsificati.
Non sono isolate le indagini sui falsi invalidi in Veneto. Due anni fa si scoprì di un falso cieco e falso tetraplegico che in realtà vedeva e si muoveva agilmente: l’uomo, denunciato dal figlio, è stato condannato a due anni di pena, oltre alla restituzione dei soldi presi senza averne alcun diritto. A coordinare l’inchiesta lo stesso pubblico ministero, Sergio Dini, che sta indagando ora sulla 60enne in carrozzina. Un altro truffatore era stato scoperto a Venezia nel 2017: invalido al 100% per un infortunio a un braccio e a una gamba, si è scoperto che l’uomo, lontano da occhi indiscreti, guidava un tir e aveva un contratto come autotrasportatore. Ha dovuto restituirei 30mila euro indebitamente percepiti.
Insomma i furbetti non sono pochi ma fortunatamente ci sono anche cittadini (o parenti) responsabili, che di fronte a una palese ingiustizia non si girano dall’altra parte ma denunciano. E una volta accertati i fatti la restituzione del denaro è il primo significativo passo per restituire giustizia, prima di tutto ai veri invalidi.