Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Mostro del Circeo un altro giallo tra le Dolomiti

Cortina, carabinier­e in pensione torna in procura: «Era amica del gruppo romano»

- Davide Piol

CORTINA Mostro del Circeo, dopo il caso di Rossella Corazzin, scomparsa a Tai di Cadore nel 1975, i rifletto risi accendono su una ragazza ampezzana, Rossella Mutschlecn­her, trovata annegata nel Boite in quegli anni.

CORTINA D’AMPEZZO Soldi, sesso e sangue. La vita dei mostri del Circeo ruotava intorno a queste tre parole. Alcuni fatti sono tristement­e noti ma è impossibil­e ricostruir­e tutte le atrocità e i crimini di cui potrebbero essersi sporcati le mani negli anni ’70. Giovani legati all’ambiente della piccola criminalit­à e dell’estrema destra romana che vestivano in camicia, jeans Levi’s, scarpe gialle e Rayban, e che amavano trascorrer­e le vacanze a Cortina.

Proprio dal Bellunese emerge un’altra strana coincidenz­a dopo quella di Rossella Corazzin, la 17enne di Pordenone scomparsa a Tai di Cadore nel 1975 e stando alle parole di Angelo Izzo, uno dei mostri del Circeo, rapita e poi violentata in una villa sul lago Trasimeno. I riflettori si accendono ora su una ragazza ampezzana, Rossella Mutschlecn­her, trovata annegata nel fiume Boite proprio in quegli anni.

All’epoca dei fatti si parlò di suicidio e il caso venne archiviato. Due storie differenti ma che si incrociano in modo ambiguo. Le due ragazze sono, per certi versi, sovrapponi­bili: il nome, l’età, il carattere schivo e solitario, il luogo e l’anno in cui una scompare e l’altra viene trovata morta, le loro frequentaz­ioni con «figli di papà» romani. E infine il capo della polizia giudiziari­a di Belluno Silvano Gosetti che, su richiesta dell’allora procurator­e Raffaele Massaro, riaprì le in- dagini sui casi Corazzin e Mutschlecn­her nel 2003 e nel 2005.

Nei giorni scorsi Gosetti, ormai in pensione da cinque anni, ha fatto visita al procurator­e di Belluno Paolo Luca per una sorta di scrupolo di coscienza. «Leggendo gli articoli sulla Corazzin e i riferiment­i a un gruppo di giovani ricchi romani che giravano a Cortina negli anni ‘70 mi sono ricordato che quando riaprimmo il fascicolo sulla ragazza ampezzana suicida nel Boite venne fuori che frequentav­a ambienti simili» racconta l’ex capo della pg. Era stata la sorella minore di Rossella Mutschlecn­her a chiedere di riaprire le indagini ancora 13 anni fa perché l’ipotesi del suicidio non la convinceva.

Il corpo della ragazza fu trovato con i vestiti addosso. Il medico riscontrò delle «lesioni abrasive minime riconducib­i l i al rotolament­o nell ’a cqua». Non furono fatte autopsie né analisi del sangue. Rossella attraversa­va un brutto periodo e pare avesse già cercato di uccidersi ingerendo delle pastiglie: è per questo, forse, che si avvalorò l’ipotesi del suicidio. Nel 2005 si ricominciò da capo. «Sentimmo amici e persone collegate a lei – continua Gosetti – Emerse che la ragazza si trovava spesso e volentieri insieme a un gruppetto di vip romani, che frequentav­ano l’hotel Al Posta proprio in centro a Cortina, anche se non le piaceva molto stare con loro perché era gente di un certo livello. Lei aveva solo 17 anni, era taciturna, sempre sulle sue. Aveva un carattere difficile, non era certo espansiva».

La descrizion­e ricorda quella che Izzo fece di Rossella Corazzin: «Era stata scelta perché perfetta… in quanto vergine, tontolona, insomma, molto semplice dai… si vedeva che era una ragazza acqua e sapone». Se ci fosse un collegamen­to tra i mostri del Circeo e la morte di Rossella Mutschlecn­her si aprirebbe un capitolo delicato e agghiaccia­nte sulle altre possibili vittime nascoste abilmente sotto il tappeto degli anni ’70 e sulla libertà che questi giovani rampolli avevano di poter disporre della propria e altrui vita. Sarebbe utile capire, ad esempio, se quelle persone sentite dalla pg nel 2005 fecero i nomi dei romani con cui la ragazza ampezzana si f re quentava. «Non ricordo se negli atti del fascicolo c’ erano i nomi– chiarisce Gosetti – Sarebbe da andare a rileggerlo. È possibile che ci sia un collegamen­to tra un fatto e l’altro. Alla fine il caso venne archiviato di nuovo. Non c’erano elementi tali da poter disporre delle imputazion­i a carico di qualcuno».

Intanto il procurator­e Luca ha riesumato dall’archivio del tribunale i fascicoli di Massaro sul caso Corazzin. Non è ancora chiaro se Angelo Izzo si sia inventato tutto: dal rapimento alla violenza sessuale di gruppo. Quando il programma televisivo« Chi l’ ha visto?» se ne occupò lui era in grado di vedere la television­e o quanto meno il sito internet. Alcuni dettagli che ha fornito, per esempio la macchina con cui sembra venne rapita la Corazzin (una Land Rover), sono precisi ma impossibil­i da verificare. Una cosa è certa: i mostri del Circeo bazzicavan­o per Cortina e le due ragazze erano entrate in un giro di frequentaz­ioni più grande di loro.

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