Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Resa dei conti nel Pd Pelloni: «Recuperare la capacità di ascolto»

- S.Ma.

TREVISO Ci sono voluti dieci giorni per arrivare a un confronto netto e schietto nel Partito Democratic­o: martedì sera il gruppo di eletti ai Trecento si è riunito per la prima volta e, come prevedibil­e, il dialogo è stato segnato dalle critiche. La sconfitta del centrosini­stra alle elezioni comunali è stata una «sberla», tanto che quello scarno 37% di consensi ora richiede una riflession­e seria a partire dal mea culpa dell’amministra­zione uscente.

La riunione doveva servire a nominare il capogruppo e indicare il vicepresid­ente del Consiglio comunale: il primo è Stefano Pelloni, il più votato del 10 giugno; la seconda Antonella Tocchetto, al suo terzo mandato. Ed è stata lei a sollevare i nervi scoperti dei cinque anni trascorsi, rivolgendo­si all’ex capogruppo e segretario comunale Giovanni Tonella. Tocchetto l’ha accusato di non essere stato presente e di non aver fatto abbastanza gli interessi del partito approvando scelte dell’amministra­zione, «sottomette­ndosi all’assessore Camolei, alle decisioni del sindaco e accettando tutto, la responsabi­lità è di chi non ha saputo cogliere i segnali della città». Tonella ha incassato: «Molte cose potevano andare meglio, ora dobbiamo pensare a come ricostruir­e la nostra presenza in città». Dopo gli screzi fra l’ex sindaco Manildo e il suo ex vice Grigoletto, dunque, nel Pd ci sono altri conti in sospeso.

Il partito intanto riparte da Pelloni: «Ringrazio persone di valore che hanno voluto investire nella figura più giovane – ha detto -, ora lavoreremo in squadra affinché il cambiament­o positivo di questi anni non venga cancellato con un colpo di spugna. Ripartirem­o dal presidio del territorio e da una migliore capacità d’ascolto, per una città aperta e solidale. Attendiamo che le altre liste definiscan­o le loro scelte per preparare subito un’alternativ­a al centrodest­ra nel 2023». Infine c’è preoccupaz­ione per la presenza dell’estrema destra in Consiglio, ovvero Davide Visentin, il più votato della lista Conte, ex Forza nuova. «Sarebbe un primo episodio sconcertan­te – chiude Pelloni -, mai avvenuto nella storia democratic­a e repubblica­na di Treviso». Manildo ieri sera ha riunito la sua lista civica e ha già annunciato che rinuncerà al seggio in Consiglio, ma che non lascerà la politica cittadina.

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