Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Operaio morto dopo il volo dal tetto autopsia e indagini sull’imbragatura
Il Comune di Resana ha lanciato una raccolta fondi per aiutare la famiglia di Simioni
RESANA Sarà eseguita nei prossimi giorni l’autopsia sul corp o d i Umberto S i mioni , il 45enne morto martedì mattina, precipitando dal tetto delle Officine Antonello. Intanto l’intero paese si stringe alla moglie Anna Maria e ai tre figli di 18, 15 e 12 anni, con una raccolta fondi lanciata dal sindaco Stefano Bosa. «Ci sentiamo in dovere, in questo momento drammatico, di aiutare concretamente la famiglia soprattutto i tre figli Mattia, Nicola e Sara», spiega Bosa. Così l’amministrazione comunale invita i cittadini a fare una donazione a l l ’a s s o c i a z i o n e «Cuore amico» (codice Iban IT75J0891980002003318637) presso la Banca di Credito Cooperativo Trevigiano filiale di Castelminio di Resana.
La comunità si sta mobilitando per aiutare la famiglia dello sfortunato operaio che in paese era molto conosciuto e stimato. Per anni, Simioni aveva svolto in proprio il lavoro di caldaista, fino a una anno e mezzo fa quando era stato assunto dalla Europe Meat Srl, di via Roma dove si è verificato l’infortunio mortale.Il sostituto procuratore Mara Giovanna De Donà ha aperto un fascicolo sulla morte dell’uomo, l ’ i potesi di reato è quella di omicidio colposo e per il momento è a carico di ignoti.
Il magistrato vuole fare luce sulla dinamica dell’infortu- nio, che ancora non è stata completamente accertata. Un contributo potrebbe arrivare anche dall’autopsia che sarà eseguita nei prossimi giorni dal medico legale Valerio Peterle, e dovrà chiarire se Simioni è morto per le conseguenze della caduta o se sia stato colto da malore precipitando nel vuoto dopo che il suo corpo ha sfondato il tetto delle Officine Antonello.
Il 45enne era dipendente dell’azienda vicina, la Europe Meat Srl, che si occupa della lavorazione di carni fresche e surgelate. Da quanto ricostruito, martedì mattina Simioni doveva effettuare dei lavori di manutenzione ai motori che alimentano le celle frigorifere della ditta. Per questo, prima delle 7, è salito sulla copertura. Pare che si fosse imbragato, come richiesto dalle norme in materia di sicurezza. Ma se lo abbia fatto in modo completo e corretto è tuttora al vaglio dello Spisal.
Così come resta da chiarire cosa sia successo dopo, e cioè se Simioni si sia spostato volontariamente sul tetto dell ’of f i c i na a di a ce nte , s e nz a rendersi conto che si trattava di una copertura in fibrocemento non pedonabile che non poteva reggerne il peso. O se abbia avuto un malore, cadendo sulla copertura, sfondandola e precipitando a terra con un volo di circa 10 metri.
A trovarlo, ormai senza vita più di un’ora dopo, sono stati i meccanici dell’officina. Con la sua morte, sale a 7 il numero degli infortuni mortali sul lavoro dall’inizio dell’anno, 28 in Veneto. E la cosa che preoccupa lo Spisal, è che la dinamica è spesso la stessa: «La caduta dall’alto per sfondamento della copertura è causa di un quarto dei deces s i – spiega Roberto Agnesi dirigente dello Spisal Usl 2 Marca Trevigiana -. Cerchiamo di fare il possibile con la prevenzione, ma ancora molti lavoratori non hanno imparato a gestire il rischio. In questi casi, i nf a t t i , è fondamentale non solo adottare le protezioni, ma valutare quale dev’essere il loro livello in considerazione alle singole situazioni. E l’imprudenza resta sempre il rischio più forte».
Per questo diventa sempre più fondamentale la prevenzione, ma per farla servono uomini e proprio martedì in un coordinamento in Regione, è stato confermato il piano di potenziamento degli Spisal che sarà finanziato con i fondi delle sanzioni pagate dalle aziende e che, nel 2019 porterà nuove forze anche a Treviso.