Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Insultaron­o i vigili su Facebook Undici persone saranno processate

A scatenare la rabbia fu una foto, travisata, circolata sul social. La rabbia degli agenti

- Milvana Citter

Sulla piazza virtuale di Facebook avevano insultato i vigili urbani, rei di «aver parcheggia­to la loro auto sul posto disabili per andare a bere un caffè». Per questo undici persone sono finite a processo con l’accusa di diffamazio­ne. Il processo, che si sarebbe dovuto aprire ieri, è stato rinviato a causa dello sciopero degli avvocati. A far finire nei guai il gruppo sono stati alcuni post pubblicati il 7 marzo 2016 a commento di una foto che ritraeva una delle auto della polizia locale di Treviso parcheggia­ta in zona Santa Maria del Rovere, e nello specifico in quello che, all’apparenza, sembrava un parcheggio riservato ai disabili. Una «foto denuncia» che, in pochi minuti, aveva scatenato una sequela di commenti contro gli agenti, nei quali gli epiteti più gentili usati erano stati «cialtroni» e «pagliacci».

«“Poverini… ma loro sono stressati… devono andare dallo psicologo» scriveva uno, mentre un’altra rispondeva: «Sono più disabili degli altri, di cervello intendo», e un altro più ancora più deciso: «Pezzi di m… me la metto come foto profilo, quando me multeranno je la faccio vedè». E ancora «S…. è dir poco!», «Guardate che non hanno sbagliato, sono loro i disabili» e «... vogliamo parlare di tutte le volte che li vedo guidare mentre parlano al cellulare? Sti sceriffi del c…», «...ne avrei io da raccontare!!!. Maledetti di m… sempre a prendersel­a con i più deboli», «Beh, più disabili (mentali) di questi vigili...», «I soliti cafoni! Poi quando ti fermano non c’è ragione che tenga, ma ti devono appioppare per forza una multa !!!!! ». E per finire: «Cialtroni senza rispetto... Noi paghiamo fior di multe se per distrazion­e passiamo un semaforo in ritardo oppure superiamo di 10 chilometri orari il limite in tangenzial­e» e via andando tra mi piace ed emoticon con la faccina arrabbiata.

La foto incriminat­a, in realtà, era stata travisata. Il posto sul quale era parcheggia­ta l’auto di servizio non era riservata ai disabili, ma si trattava di un parcheggio privato. E gli agenti non si erano allontanat­i per bere il caffè, ma erano impegnati nei rilievi di un incidente stradale.

Subito era scattata la querela da parte di 48 agenti della polizia locale, difesi dall’avvocato Stefano Pietrobon, che si erano sentiti diffamati. Al termine delle indagini la procura, che aveva indagato 28 persone, ha chiesto e ottenuto il processo per undici imputati che devono ora rispondere di diffamazio­ne: Daniele Tinti, Michela Daniotti, Stefano Francesche­lli, Nadia Sacchet, Maurizio De Stefani, Alessandro Antonio D’Antona, Tiziana Lorenzet, Manuel Camazzola, Monica Dall’Anese, Gianluca Muffato e Michele Guizzo.

28 Le persone sottoposte ad indagine, di cui diciassett­e «scagionati»

48 Gli agenti che hanno deciso di intentare causa contro gli utenti del social

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Nel mirino Un agente impegnato con l’autovelox. Il corpo ha reagito ai post

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