Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Wanbao Acc, i sindacati a Roma: 93 esuberi da assorbire al più presto
Tempi stretti per una soluzione. Sulla ricollocazione interviene la Regione
Si sapeva che tirava una brutta aria, dalle parti di Mel, e che i tempi erano corti. Dal momento che la cassa integrazione termina a fine settembre e che l’apertura della procedura di mobilità si effettua almeno 75 giorni prima della fine della cassa, l’ultimo giorno utile per un accordo tra azienda e sindacati è il 18 di luglio. Si è arrivati lunghi, e si cerca un espediente in zona Cesarini.
Di qui l’appello di ieri pomeriggio al Consiglio di sorveglianza socio istituzionale di Wanbao Acc, strumento riconosciuto dal ministero per lo Sviluppo Economico nei casi di grande complessità aziendale. Come quello dell’azienda di compressori per frigoriferi, ex- Zanussi, ex colosso del Bianco e attuale stabilimento di un gigante cinese di settore.
«Le aziende del territorio assumano i 93 esuberi di Wanbao Acc» - ha affermato Luca Zuccolotto di Fiom Cgil. Gli esuberi, per la verità, si contavano fino a pochi giorni fa in 130 unità; ma i sindacati hanno chiarito che 37 tute blu si sono già dette favorevoli all’esodo volontario, e che pertanto vanno scorporate dalla lista. Peraltro, c’era anche la possibilità di ridurre l’orario da otto a sei ore; ciò avrebbe consentito di «salvare» 70 unità, ma, come si è detto, la tempistica per una quadra è quella che è, e poi gli stessi sindacati temono che l’attuale squilibrio tra massa di manovra e volumi potrebbe riproporsi in futuro. La soluzione migliore, secondo i sindacati, sarebbe quella di sistemare gli esuberi altrove.
«Il tessuto industriale bellunese – ha continuato Zuccolotto – mostra un saldo attivo di 475 lavoratori nel solo settore metalmeccanico, per un totale di 945 posizioni di lavoro subordinato in attivo nell’intero comparto industriale. Insomma, le aziende locali assumono e quelli di Mel sono lavoratori competenti. Ad alcune tute blu, peraltro, basterebbe un part-time». Peraltro, la Regione Veneto si è detta disponibile a fare la propria parte. «Come sempre – ha sottolineato l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan - sostenendo i progetti di ricollocazione messi in campo ogni volta che Palazzo Balbi appronta una procedura seguita dall’unità di crisi regionale. Le misure disponibili prevedono sia incentivi all’assunzione per il nuovo datore di lavoro (da 4 a 6 mila euro, a seconda della durata del contratto), che un premio “di risultato” per l’ente accreditato che si occupa della ricollocazione. Mi aspetto che il sindacato, nei confronti dei lavoratori, e le associazioni di categoria, nei riguardi delle proprie imprese si impegnino per dare risposta alle tute blu di Mel».
Peraltro, ieri pomeriggio non è mancato qualche tono polemico. «Del Consiglio di sorveglianza socio istituzionale fanno parte enti territoriali, parti sociali e rappresentanti della politica. Benché invitati, i parlamentari bellunesi non si sono presentati. Solo Federico D’Incà ci aveva avvertito che non poteva essere presente, questa volta» - ha affermato Zuccolotto. Giovedì prossimo sindacati e azienda si troveranno per vedere il da farsi. Per il 16 di luglio si terrà una nuova riunione del Consiglio, in vista della scadenza del 18.
Ieri, peraltro, il Consiglio è stato anche aggiornato sullo stato della causa civile intentata dal commissario straordinario Maurizio Castro contro vertici aziendali del passato e in particolare contro l’ex ad Luca Ramella. Di recente, il gip Monica Biasutti ha respinto la richiesta di archiviazione per quest’ultimo, ordinando al Pm di «formulare l’imputazione» per il reato di bancarotta e per altri previsti dalla legge fallimentare.