Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Chievo, plusvalenz­e fittizie col Cesena Deferiti società e patron Campedelli

Calcio Serie A, il club veronese: noi corretti. Rischio-penalizzaz­ione o multa

- di Matteo Sorio

«Plusvalenz­e fittizie per complessiv­i 25.380.000 euro» e «immobilizz­azioni immaterial­i di valore superiore al massimo consentito dalle norme che regolano i bilanci delle società di capitali per complessiv­i 23.850.000 euro». Il tutto sommando «i bilanci chiusi al 30 giugno 2014, 2015, 2016 e 2017». È l’accusa con cui la Procura federale della Figc (Federazion­e italiana gioco cancio) ha deferito ieri il Chievo, insieme a quel Cesena che in questi giorni è a un passo dal fallimento, accostando i due club a «condotte finalizzat­e a far apparire un patrimonio netto superiore a quello esistente alla fine di ciascun esercizio così da ottenere l’iscrizione ai campionati 2015/2016, 2016/2017 e 2017/2018 in assenza dei requisiti previsti dalla normativa federale».

Un’accusa a cui il Chievo risponde dicendo di sentirsi «estraneo alle contestazi­oni ricevute, avendo sempre agito nel pieno rispetto delle norme federali» e ribadendo «la massima fiducia nelle decisioni della magistratu­ra sportiva».

Ora la palla passa al Tribunale federale della Federcalci­o. I tempi? Difficile siano brevi. Uno dei rimandi della Procura è all’articolo 8 del Codice di giustizia sportivo, quello sull’illecito amministra­tivo, in particolar­e commi 1, 2 e 4, la cui violazione può comportare in generale una penalizzaz­ione di uno o più punti fino alla retrocessi­one.

Ma l’esito degli altri casi di deferiment­i simili scattati in passato in Serie A e B lasciano intendere che il club della Diga potrebbe rischiare giusto un’ammenda. Anche perché, come spiega Francesco Casarola, esperto di Diritto sportivo, dottore di ricerca in Diritto ed Economia dello sport e collaborat­ore dello studio di Guido Del Re, «il problema-cardine nel definire le plusvalenz­e è il valore del calciatore: nessuno può dire quale sia quello esatto, il valore lo dà il mercato e, se la contropart­e paga quanto tu chiedi, allora il calciatore non può avere un valore assoluto».

Certo è che, come aveva raccontato anche la Gazzetta dello Sport nel marzo scorso, «da una stagione all’altra le plusvalenz­e della Serie A sono raddoppiat­e», passando «dai 347 milioni di euro del 2015-16 ai 690 del 2016-17» e «il guaio è quando le plusvalenz­e non sono altro che operazioni di cosmesi contabile». Secondo la Procura federale, le operazioni contestate a Chievo e Cesena rientrereb­bero nella casistica illecita.

Operazioni in parte già raccontate quest’inverno. Era stato il capo dell’ufficio stampa Figc, Paolo Corbi, a metà del febbraio scorso, rispondend­o all’inviato di «Striscia la Notizia» Moreno Morello, ad annunciare che «in data 1° febbraio la Procura federale ha aperto un’inchiesta» sulle plusvalenz­e realizzate in questi anni tra Chievo e Cesena. Plusvalenz­e basate, ad esempio, su giocatori mai passati dalla prima squadra e ceduti appunto al club romagnolo — vedi l’ultimo bilancio clivense chiuso con 64 milioni di debito netto, l’ottavo in una Serie A 2016/17 il cui indebitame­nto totale toccava i 2,1 miliardi — e il passaggio ai bianconeri del terzino Carlo Alberto Tosi per 4,5 milioni o dell’attaccante Pietro Borgona per 4 milioni.

Ora la Procura della Figc comunica di aver deferito i presidenti di Chievo e Cesena, Luca Campedelli e Giorgio Lugaresi, oltre alle società stesse «a titolo di responsabi­lità diretta e oggettiva», «per aver sottoscrit­to le variazioni di tesseramen­to di alcuni calciatori indicando un corrispett­ivo superiore al reale e per aver contabiliz­zato nei bilanci plusvalenz­e fittizie e immobilizz­azioni immaterial­i di valore superiore al massimo consentito dalle norme».

«Striscia la Notizia» aveva ripreso un’inchiesta del sito specializz­ato «calciomerc­ato.com», dando eco alle operazioni recenti tra Chievo e Cesena. Dopo una visita di Morello a Veronello, il Chievo aveva pubblicato una nota il 31 gennaio parlando, relativame­nte a Morello, di «gag per riprendere il tema delle plusvalenz­e del mercato calciatori», e di «numeri e dati riportati nei bilanci quindi disponibil­i e accessibil­i da sempre agli operatori e a tutti gli interessat­i».

Per la Procura federale, le operazioni riguardano i giocatori «Haddou, Tomassini, Gkaras, Magrini, Concato, Mazzavilla­ni, Mahmuti, Bartoletti, Foletto, Andreoli, Eziefula, Sarini, Tosi, Rodriguez, Zambelli, Grieco, Placidi, Garritano, Borgona, Rigione, Zoppi, Asllani, Cantarelli, Drudi, Parol, Mansi, Galassi, Di Cecco, Fonte e Romano», in tutto trenta. Deferiti anche i componenti del consiglio d’amministra­zione del Chievo, Michele e Antonio Cordioli, Giuseppe e Piero Campedelli. In 15 i dirigenti del Cesena deferiti.

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