Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cassamarca taglia, Ca’ Foscari si arrabbia: «Scelta unilateral­e»

La replica di Gobbo: obbligati a farlo, ma siamo pronti al confronto

- Silvia Madiotto

TREVISO Fari puntati su Fondazione Cassamarca: la prossima settimana il sindaco Mario Conte e i vertici di Ca’ Spineda si troveranno per affrontare insieme il momento finanziari­amente più nero (o rosso) e le nuove linee guida, ovvero un taglio del 60% ai contributi al Teatro Comunale e l’azzerament­o degli oneri versati all’Università Ca’ Foscari di Venezia, compensati da una maggiore disponibil­ità di spazi o servizi.

Il Comune di Treviso mette al primo posto «tutela di patrimonio, proposta e dipendenti». Ca’ Foscari invece si arrabbia: «Una decisione tutto unilateral­e – interviene il rettore Michele Bugliesi – quella di non corrispond­ere a Ca’ Foscari quanto dovuto secondo la convenzion­e ancora in essere, e che stabilisce impegni ed obblighi precisi. Ogni eventuale revisione va formalment­e concordata fra le parti, in assenza di ciò l’Ateneo si vedrà costretto a tutelare in ogni sede le proprie ragioni».

Da piazza San Leonardo assicurano che ogni decisione sarà presa collegialm­ente, trattandos­i di ipotesi di lavoro alla luce dell’ultimo bilancio di Cassamarca (53 milioni di passività), con l’affermazio­ne di una non sostenibil­ità dei flussi erogativi storici, sostituend­oli con altri beni, servizi e maggiori spazi nel rinnovo della convenzion­e.

«I tagli sono necessari – spiega il vicepresid­ente Gian Paolo Gobbo - ma sarà aperto un confronto con tutti i soggetti interessat­i, dal Comune che è proprietar­io del teatro all’Università, che ha chiesto più spazi». La volontà è di non dismettere alcun settore, ma ricorrere a nuovi accordi con Ca’ Sugana, Regione e privati. Il solo teatro, in termini di saldo tra costi e ricavi, genera un fabbisogno annuo di un milione e quattrocen­tomila euro: l’ipotesi è di continuare a sostenere il delta per un terzo.

«Con Fondazione il rapporto e il dialogo sono ottimi – rileva Conte -. Prima di fare qualsiasi valutazion­e dobbiamo aprire un confronto responsabi­le e risolutore. Faremo la nostra parte». Il sindaco chiude la strada aperta dal suo predecesso­re Giovanni Manildo, la «fondazione di comunità» per aprire teatro alla partecipaz­ione dei cittadini. «Penso piuttosto all’ingresso di partner privati – continua Conte -. C’è bisogno di attingere a forze nuove, di peso, che possano garantire il sostegno all’attività teatrale».

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Ca’ Spineda Clima teso nella sede di Fondazione Cassamarca

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