Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Cassamarca taglia, Ca’ Foscari si arrabbia: «Scelta unilaterale»
La replica di Gobbo: obbligati a farlo, ma siamo pronti al confronto
TREVISO Fari puntati su Fondazione Cassamarca: la prossima settimana il sindaco Mario Conte e i vertici di Ca’ Spineda si troveranno per affrontare insieme il momento finanziariamente più nero (o rosso) e le nuove linee guida, ovvero un taglio del 60% ai contributi al Teatro Comunale e l’azzeramento degli oneri versati all’Università Ca’ Foscari di Venezia, compensati da una maggiore disponibilità di spazi o servizi.
Il Comune di Treviso mette al primo posto «tutela di patrimonio, proposta e dipendenti». Ca’ Foscari invece si arrabbia: «Una decisione tutto unilaterale – interviene il rettore Michele Bugliesi – quella di non corrispondere a Ca’ Foscari quanto dovuto secondo la convenzione ancora in essere, e che stabilisce impegni ed obblighi precisi. Ogni eventuale revisione va formalmente concordata fra le parti, in assenza di ciò l’Ateneo si vedrà costretto a tutelare in ogni sede le proprie ragioni».
Da piazza San Leonardo assicurano che ogni decisione sarà presa collegialmente, trattandosi di ipotesi di lavoro alla luce dell’ultimo bilancio di Cassamarca (53 milioni di passività), con l’affermazione di una non sostenibilità dei flussi erogativi storici, sostituendoli con altri beni, servizi e maggiori spazi nel rinnovo della convenzione.
«I tagli sono necessari – spiega il vicepresidente Gian Paolo Gobbo - ma sarà aperto un confronto con tutti i soggetti interessati, dal Comune che è proprietario del teatro all’Università, che ha chiesto più spazi». La volontà è di non dismettere alcun settore, ma ricorrere a nuovi accordi con Ca’ Sugana, Regione e privati. Il solo teatro, in termini di saldo tra costi e ricavi, genera un fabbisogno annuo di un milione e quattrocentomila euro: l’ipotesi è di continuare a sostenere il delta per un terzo.
«Con Fondazione il rapporto e il dialogo sono ottimi – rileva Conte -. Prima di fare qualsiasi valutazione dobbiamo aprire un confronto responsabile e risolutore. Faremo la nostra parte». Il sindaco chiude la strada aperta dal suo predecessore Giovanni Manildo, la «fondazione di comunità» per aprire teatro alla partecipazione dei cittadini. «Penso piuttosto all’ingresso di partner privati – continua Conte -. C’è bisogno di attingere a forze nuove, di peso, che possano garantire il sostegno all’attività teatrale».