Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ex popolari, vale 1,6 miliardi di euro la grana «baciate» finita alla Sga

Veneto Banca, il Pm attende dai commissari la relazione sulle cause del dissesto

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TREVISO Ex popolari, vale 1,6 miliardi la grana «baciate» finita alla Sga. Mentre sul fronte Veneto Banca, dopo la sentenza di martedì del tribunale fallimenta­re di Treviso, che ha dichiarato lo stato d’insolvenza al momento della liquidazio­ne, il 25 giugno di un anno fa, per Giuliana Scognamigl­io, Alessandro Leproux e Giuseppe Vidau, i commissari liquidator­i di Montebellu­na, la lista delle cose da fare si allunga. Dovranno scrivere in che modo la banca è divenuta insolvente. Lo faranno in una relazione da inviare al sostituto procurator­e di Treviso Massimo De Bortoli che indaga per bancarotta.

I commissari, pur rimettendo­si alla decisione del tribunale, avevano espresso una posizione contraria all’insolvenza. Ma ora questa è un fatto certificat­o dalla sentenza firmata dal collegio guidato da Antonello Fabbro. Così ai compiti da svolgere, oltre alla composizio­ne del passivo e alla sua redistribu­zione tra i creditori e all’eventuale decisione di procedere con le revocatori­e sui pagamenti, si è aggiunta una relazione che li connetterà alla procura per accertare i reati di bancarotta. Lo prevede la legge fallimenta­re: i liquidator­i hanno 60 giorni (prorogabil­i) per presentare al magistrato che indaga sul crac una relazione particolar­eggiata su cause e circostanz­e della crisi, su come hanno operato gli amministra­tori, sugli atti da loro effettuati già impugnati dai creditori e quelli che intendano impugnare loro. Soprattutt­o: i fatti accertati e le informazio­ni raccolte su eventuali responsabi­lità degli amministra­tori. E pure degli organi di controllo, dei soci ed eventualme­nte di soggetti estranei alla società. Una radiografi­a completa dell’attività di banca e amministra­tori, che finirà nel fascicolo d’indagine e che potrebbe servire da mappa agli inquirenti per risalire a eventuali reati.

Intanto, fuori dal tribunale, se il fondo di ristoro governativ­o pare più vicino, dall’altro lato, nell’incontro di giovedì in prefettura a Treviso fra associazio­ni di soci, Intesa, Abi e Sga, è rispuntato il nodo «baciate». Cioè delle azioni acquistate da soci di Popolare Vicenza e Veneto Banca con i finanziame­nti degli istituti. Ma se il valore delle azioni è stato azzerato, i prestiti da restituire sono rimasti. Finiti spesso alla Sga, in quanto difficili da onorare. Solo la fetta in mano alla spa del Tesoro, limitatame­nte alle posizioni più corpose, secondo quanto riferito dagli stessi rappresent­anti della società che gestisce il recupero dei crediti deteriorat­i di Bpvi e Veneto Banca, vale poco meno di 1,6 miliardi in capo a 1.039 posizioni.

La proprietà dei crediti, in quanto collegati a un contenzios­o, è rimasta alle liquidazio­ni; ma a gestirli è la Sga. Posizione non facile, perché sulle «baciate», oltre la nullità posta dal codice civile, la linea da tenere è controvers­a. Risultato: scaricata di gestione in gestione, la grana «baciate» è finita alla Sga. Che non può che navigare a vista, affrontand­o intanto caso per caso, visto che deve stare alla linea dettata dalle liquidazio­ni. Questione spinosa (si cancella tutto, azzerando 1,6 miliardi di crediti? Si va avanti con i recuperi? Si cercano accordi per restituzio­ni parziali, evitando le cause?), su cui una linea generale dalle liquidazio­ni non è giunta; anche perché su questo i commissari si attendono comunque di avere le spalle coperte, con un

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