Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
L’assessore indipendentista: «Porto il veneto nelle scuole»
Nizzetto: «Solo conoscendo chi siamo possiamo costruire il futuro»
TREVISO Vuole portare la storia e la lingua della Serenissima nelle scuole di Treviso, il neo assessore: «Solo conoscendo da dove veniamo e chi siamo possiamo costruire insieme dei progetti per il futuro, è la nostra cultura».
Silvia Nizzetto è la prima «indipendentista» che entra a Ca’ Sugana nella storia del Comune di Treviso. Ha ricevuto dal sindaco Mario Conte una serie di deleghe che sono un filo conduttore per tante materie amministrative: sport, associazionismo, istruzione, democrazia partecipata, politiche giovanili, di forte impatto sulla città e sulla vita di tutti i giorni, interessando direttamente famiglie e gruppi dal centro ai quartieri.
Non aveva mai messo piede concretamente all’interno di una macchina comunale ma, dopo una settimana, ogni obiettivo è stato focalizzato e schedato. «Inizia tutto da un solido legame con il territorio e i suoi valori, ciò che rappresentano - spiega Nizzetto, e magari sulla scia di quanto fatto in altri Comuni del Veneto come Trissino, nel Vicentino - voglio capire come si possa inserire un’ora di storia, cultura e lingua veneta nelle scuole elementari e medie. C’è chi l’ha già prevista nel piano di offerta formativa con una delibera. Oppure si potrebbe partire prevedendo un progetto in orario pomeridiano. Il veneto non è un dialetto ma una lingua complessa e stimolante, che ha molti legami anche con le lingue europee, in alcuni casi più dell’italiano».
Il primo atto dell’ex assessore alla scuola nella giunta di centrosinistra fu la cittadinanza onoraria ai figli di stranieri nati in Italia, per coinvolgere i bimbi che ancora per la legge non sono italiani. Il cambio di passo del centrodestra si nota anche con questa iniziativa che va in un’altra direzione, non contraria ma diversa. «Dobbiamo diventare consapevoli del nostro passato. Non è una posizione politica o di partito, è la nostra cultura».
Ma le deleghe sono tante e ognuna richiede attenzione. Anima della società trevigiana sono le associazioni, gruppi spontanei nati nelle periferie o dentro le mura. Negli ultimi anni spesso si sono lamentati della carenza di spazi ma soprattutto degli elevati costi per gli affitti, che per tanti volontari sono difficili da affrontare. L’amministrazione Manildo aveva aperto due “buchi neri” ai piedi della stazione ed era stata proposta la riqualificazione dell’ex Polveriera come “casa delle associazioni”. L’idea piace all’assessore Nizzetto, ma il luogo andrà individuato assieme alla giunta: «Il Comune ha dei luoghi a disposizione che non sono agibili, mettendo a norma quelli potremmo dare delle risposte. Ad esempio, l’ex caserma Piave ha gli spazi adatti a soddisfare un’esigenza espressa da molti, ma servono le risorse. È su questo che dovremo concentrarci, dare ai Comuni una maggiore forza di trattenere risorse, con l’autonomia del Veneto o con passi avanti più incisivi in futuro».
Anche per lo sport ci sono diversi progetti già in stato avanzato: il nuovo palazzetto di Monigo, l’adeguamento della palestra delle acquette, un parco dello sport all’ex Eolo. Piccole associazioni, con attività decennali fra bimbi e adulti e grandi progetti devono convivere: «Il mio compito sarà favorire l’accesso alle informazioni e fornire delle risposte dove oggi ci si scontra con la burocrazia. Altrimenti, chi si impegna viene disincentivato, demotivato. Ed è una sconfitta per tutti».
Sulle politiche giovanili Nizzetto vuole partire dal dialogo e guarda a quegli angoli di città in cui i residenti denunciano la presenza (più o meno fissa) di gruppi di ragazzini rumorosi e talvolta maleducati: «Meno azioni di polizia, più coinvolgimento dei giovani, una generazione disorientata alla quale dobbiamo spiegare che c’è un’alternativa.
L’errore è impedire la contestazione, la legittima battaglia generazionale. Va solo inserita all’interno di limiti di legalità, rispetto e correttezza. Mi piacerebbe che passasse questo messaggio perché siano riconosciuti obiettivi comuni».