Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ideal Standard, «cassa» pesante Ma c’è un fondo di solidariet­à

- Marco de’ Francesco

TRICHIANA Partita chiusa, quella allo stabilimen­to «Ideal Standard» di Trichiana. La multinazio­nale belga di sanitari e rubinetter­ie e i sindacati sigleranno ufficialme­nte un accordo venerdì al Mise (ministero dello Sviluppo economico). La quadra qualche giorno fa, dopo lunga trattativa. «Abbiamo ottenuto — afferma Gianni Segat, Rsu di Filctem Cgil — il massimo, date le circostanz­e. Almeno c’è qualche tutela anche per i cassintegr­ati a zero ore». I termini del patto. Anzitutto, la produzione fissata tra gli 820 mila e gli 860 mila pezzi all’anno. E ciò, secondo Segat «rappresent­a un obiettivo ambizioso». A fronte di ciò, prevista la «cassa» per 350 dei 600 dipendenti. «Però — sottolinea Segat — non potrà riguardare più di 120 persone ogni singolo giorno». Quelli destinati a rimanere a zero ore godranno di un contributo di 300 euro al mese da parte dell’azienda. Inoltre, istituito un fondo di solidariet­à. Non è chiaro come sarà finanziato. «Secondo i rappresent­anti dei lavoratori — continua Segat — dovrebbe contribuir­e la multinazio­nale, i dipendenti fuori dalla cassa integrazio­ne (che rinuncereb­bero a ferie e permessi) e i sindacati (che utilizzere­bbero quote di iscrizione)». Ma quanti i cassainteg­rati a zero ore? «Speriamo — aggiunge Segat – non più di 20». Previsti incentivi all’esodo pari a 35mila euro e l’azienda si è impegnata ad assumere sette tra i giovani con contratto a termine. «Pochi, lo so — chiude Segat — ma non si poteva fare di più».

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La fabbrica a Trichiana La cassa integrazio­ne guadagni riguarderà più della metà dei 600 dipendenti

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