Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Farine biologiche scadute e sequestrate I Nas ne fanno distruggere 2 quintali
TREVISO Le aziende agricole biologiche aumentano e con loro anche i controlli dei Nas, i carabinieri per la tutela della salute che, in tutta Italia, hanno alzato il livello di guardia. Come successo, nel marzo scorso, quando a Treviso hanno sequestrato 1950 chilogrammi di farine biologiche, insieme a 150 mila prodotti confezionati, tutti scaduti. Un quantitativo di materie prime e dolci pronti requisiti ad aziende e laboratori trevigiani, trai più alti in Italia. Insieme all’azienda di cereali biologici perl aprima colazione prodotti nel laboratorio di un’azienda milanese e stoccati in un magazzino infestati dai topi e a una rivendita all’ingrosso della provincia di Forlì-Cesena dove sono stati sequestrati 7 mila chilogrammi di erbe medicinali e sostanze aromatiche scaduti da più di un anno. Per tutti questi prodotti, compresi quelli trevigiani, è arrivato l’ordine di distruzione eseguito sotto lo stretto controllo dei Nas. «La nostra attività continua in questo settore che tra prodotti agricoli e vino è in continua espansione – spiega il comandante del Nas di Treviso, il colonnello Vincenzo Nicoletti -. L’attenzione deve essere massima perché le normative per questo tipo di produzioni sono stringenti e complesse e dobbiamo vigilare affinché siano rispettate correttamente». Per essere commercializzato come «biologico» un alimento deve essere prodotto da aziende certificate da organismi autorizzati dal ministero dell’Agricoltura che appongono su tali prodot- ti il loro logo identificativo. E su queste garanzie vigilano anche i Nas, come successo a Treviso a Pasqua, quando erano arrivati nei laboratori nel pieno del lavoro per sfornare colombe e focacce con un controllo a sorpresa. E passando al setaccio scatoloni e bancali pronti per la spedizione, avevano trovato oltre 150 mila prodotti da forno e farine biologiche di varie tipologie, scaduti non da mesi ma addirittura da anni. Oltre a riportare in etichetta un «t.m.c.» (la data di scadenza) ormai superato, le farine erano state stoccate accanto ad altre materie prime, con modalità non conformi. In alcuni laboratori, i Nas avevano riscontrato anche situazioni carenti dal punto di visto igienico. Per i produttori erano così scattate pesanti sanzioni pecuniarie. E ora la completa distruzione dei prodotti, il cui valore commerciale era di circa 800 mila euro.