Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Venezia celebra Tintoretto a 500 anni dalla nascita
Prestiti internazionali e riscoperte per celebrare il grande pittore veneziano
Apartire dal prossimo settembre Venezia tutta celebra Tintoretto a 500 anni dalla nascita. La Fondazione Musei Civici di Venezia dal 2015 sta sviluppando un imponente progetto con la National Gallery of Art di Washington, in collaborazione con le Gallerie dell’Accademia di Venezia. Si tratta di un percorso incentrato sulla grande monografica «Tintoretto 1519 – 1594» che si terrà a Palazzo Ducale dal 7 settembre al 6 gennaio 2019, organizzata a 80 anni dall’ultima mostra dedicatagli a Venezia. Una mostra che convergerà sul periodo più fecondo dell’autore e che spazia dalla sua piena affermazione, verso il 1540, fino agli ultimi lavori. Uno stile titanico che ha influenzato anche molti artisti dei secoli che verranno. Nello stesso periodo si terrà anche un’altra grande esposizione alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dal titolo «Il Giovane Tintoretto», stavolta dedicata ai capolavori del suo primo decennio di attività. Mentre dal 10 marzo 2019 sarà il museo di Washington a proporre una mostra che prende le mosse dal nucleo espositivo di Palazzo Ducale.
Sono tante le istituzioni che, con lo spirito di rete sostenuto dal sindaco Luigi Brugnaro, celebreranno Jacopo Robusti, il più veneziano tra gli artisti del Rinascimento, colui che più ha «segnato» Venezia con il suo genio e che ha stregato - fra gli altri - El Greco, Rubens e Velasquez. Tra queste istituzioni, in particolare, va ricordata la Scuola Grande di San Rocco, custode di cicli pittorici imponenti, e la Curia Patriarcale, con le molte chiese che ancora oggi conservano preziose opere di Tintoretto. A curare la mostra di Palazzo Ducale, fortemente voluta dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e dalla sua direttrice Gabriella Belli, così come quella di Washington, sono gli studiosi americani Robert Echols e Frederick Ilchman. Con 50 dipinti e 20 disegni autografi di Tintoretto, prestati dai grandi musei internazionali, unitamente ai famosi cicli realizzati per il palazzo dogale tra il 1564 e il 1592 - visibili nell’originaria collocazione - l’esposizione permetterà dunque di riscoprire pienamente la pittura audace e visionaria di Tintoretto.
Potremo ammirare Tintoretto anche grazie a prestiti importanti: dai musei di Londra – come la National Gallery da cui arriva anche L’origine della Via Lattea (1575), la Royal Collection, il Victoria and Albert Museum, la Courtauld Gallery – ma anche da Parigi, Gent, Lione, Dresda, Otterlo, Praga, Rotterdam. Dal Prado di Madrid giungono a Venezia cinque opere straordinarie, comprese Giuseppe e la moglie di Putifarre (1555 circa), Giuditta e Oloferne (15521555) e Il ratto di Elena (1578) di oltre tre metri di lunghezza, realizzato per la corte dei Gonzaga, di cui ora si apprezza l’estrema qualità.
Susanna e i vecchioni del 1577, tra i più celebri capolavori di Jacopo, giunge dal Kunsthistorisches Museum di Vienna e, grazie agli Staatliche Museen di Berlino, si vedrà il Ritratto di Giovanni Mocenigo (1580) che, inserito in una ricca galleria di ritratti, ci rivela come Tintoretto, fosse anche abile interprete della psicologia umana. E poi importanti opere dall’America: da Chicago a New York, da Philadelphia a Washington. Emblematici e rivelatori sono i due autoritratti con cui si apre e si chiude il percorso espositivo, eseguiti uno all’inizio e uno alla fine della carriera di Jacopo e prestati dal Philadelphia Museum of Art e dal Musée du Louvre.