Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Greenpeace e il M5S: «Il ministro chiuda la ditta di Trissino e avvii la bonifica»
VENEZIA Scoppia la polemica sul nuovo «affair Miteni». Chiede «l’intervento del ministro all’Ambiente, Sergio Costa, affinché venga immediatamente revocata a Miteni l’autorizzazione a trattare i rifiuti contenenti il GenX», il portavoce di Greenpeace Italia, Giuseppe Ungherese. «Ciò che emerge dai dati Arpav è gravissimo — dice — soprattutto perché le stesse autorità venete già nel 2013 avevano identificato Miteni come fonte principale della contaminazione di una delle falde acquifere più grandi d’Europa. La leggerezza con cui ha operato la Regione ha condannato un territorio, già gravemente colpito, a subire anche l’inquinamento proveniente dall’Olanda. Di fronte a tale negligenza è necessario un intervento immediato del ministro Costa».
Presenteranno un’interrogazione «per fare luce sulle vere responsabilità e sulle eventuali negligenze del governo veneto e dell’Arpav» i parlamentari, i consiglieri regionali e comunali del M5S, che aggiungono: «La Miteni va immediatamente sequestrata, va bonificato l’intero sedime e vanno messi in sicurezza i lavoratori, che devono essere ricollocati in aziende più salubri. Ci muoveremo con i nostri parlamentari veneti per portare il tema all’attenzione del governo. I ministri all’Ambiente e alla Salute, Giulia Grillo, vengano in Veneto a capire la gravità della situazione. E il ministro alla Giustizia, Alfonso Bonafede, dovrà spronare la Procura di Vicenza ad intervenire in tempi celeri, visto che Miteni ha chiesto il concordato preventivo e scadrà tra qualche mese. Si deve intervenire prima che sia troppo tardi».
«Adesso su chi scaricherà la colpa Miteni? Il GenX, altro inquinante della famiglia Pfas, sarà l’ultimo o il primo di una lunga serie? — si chiedono i consiglieri regionali Andrea Zanoni (PD) e Cristina Guarda (Lista AMP) — Ringraziamo le istituzioni olandesi per la comunicazione: già da qualche anno stanno studiando il problema GenX nella contaminazione della falda e della loro acqua pubblica, rimaniamo invece allibiti dal comportamento della Regione, che si è svegliata solo tre mesi dopo aver ricevuto la lettera, senza darne comunicazione. E’ poi gravissimo il cortocircuito che ha portato a dare il via libera, mentre si sbandiera l’obiettivo Pfas Zero: non ci si può liquidare tutto come mera ratifica di una scelta della Conferenza dei servizi, è prendere in giro la gente. Sui Pfas c’è sempre stata una sottovalutazione del problema». E chiudono: «Non possiamo fare altro che attendere, speriamo in tempi brevi, il quadro completo dei prelievi nelle acque e vedere fin dove è arrivata la nuova sostanza, sversata fin dal 2012». (m.n.m.)
I grillini E il dicastero della Giustizia solleciti gli inquirenti
Zanoni Il problema Pfas è stato affrontato sempre in maniera inadeguata