Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Si sfidano a colpi di katana e roncola uno ferito a morte, l’altro arrestato

Due filippini si danno appuntamen­to allo stadio. Il movente sarebbe la gelosia

- Angela Tisbe Ciociola Roberta Polese

PADOVA Un corpo martoriato dalle ferite, innumerevo­li, profonde, steso in un parcheggio. Una spada poco lontano, lunga e stretta come una katana giapponese. Vicino, due foderi e un’elsa senza più lama. E, abbandonat­a a una decina di metri, una roncola intrisa di sangue.

È una scena da film quella che si è presentata a chi, ieri pomeriggio, è passato per caso davanti allo stadio Euganeo, a Padova, teatro di quello che ha tutta l’aria di essere stato un duello d’altri tempi, combattuto a colpi di spade. Se non fosse che, di reale, sull’asfalto del parcheggio, sotto le alte e lunghe tettoie, era rimasto un corpo senza vita che dell’irrealtà del cinema non aveva nulla. Quando il dramma si è scatenato era più o meno l’ora di pranzo. Al centralino del 113 è arrivata una chiamata: «Correte, si stanno combattend­o a colpi di sciabole». In realtà, come poi la polizia ha scoperto pochi minuti dopo, appena arrivati sul posto, non si trattava di sciabole, ma di vere katana, l’arma tanto amata da registi come Quentin Tarantino. Era con queste lunghe spade orientali che si sono fronteggia­ti un filippino, Walter Crispin Samiento Sahagun, 51 anni, e un connaziona­le di 37 anni, collaborat­ore domestico. Cosa ci facessero l’uno davanti all’altro è ancora presto per dirlo.

Alcuni testimoni, attirati dalle grida, li hanno visti incrociare le lame. Poi, però, quello che al momento è sospettato dell’assassino ha afferrato una roncola e con quella ha inferto profonde ferite su tutto il corpo: il volto, le braccia, le gambe. Un polso è risultato quasi staccato. Sotto i colpi violenti, Sahagun si è accasciato in terra, dove ha continuato a ricevere i colpi del suo avversario. A chiudere lo scontro, poi, l’esultanza del vincitore e la sua fuga.

Una fuga, in realtà, che si è conclusa poco lontano, quando

Omicidio a Padova

Duello d’altri tempi nel parcheggio dell’Euganeo tra un cinquanten­ne e un domestico trentasett­enne Il presunto assassino interrogat­o a lungo in questura

la polizia lo ha acciuffato, rintraccia­to grazie alla targa annotata da un passante, e portato in questura dove è stato sentito per tutto il pomeriggio, senza tuttavia che si arrivasse a capire con certezza quanto accaduto. Tutto fa pensare che i due si fossero dati appuntamen­to, come indichereb­be anche l’auto della vittima parcheggia­ta in modo preciso tra le righe bianche. E che l’ampio parcheggio altro non fosse che il teatro di un regolament­o di conti, una sfida all’ultimo sangue dal sapore d’antan per regolare uno sgarro, un’offesa personale. E infatti sembra che, all’origine del duello, ci fosse proprio la gelosia, cieca e vendicativ­a, tra i due uomini. Solo ipotesi, per ora, difficili da confermare. Come è difficile superare la nebbia che circonda la vita di Walter Crispin Samiento Shagun. Sposato con due figli, uno iscritto alle superiori e l’altro alle medie, viveva alla Guizza, periferia residenzia­le di Padova, in un complesso costruito attorno a un parco pubblico piuttosto trascurato, abitato da anziani o immigrati ben integrati.

«Riservati e tranquilli, non parlavano molto e non davano confidenza, lui andava via la mattina e ritornava la sera, lei non so cosa facesse», dice un’anziana signora che abita nello stesso palazzo. Un vicino di casa, pensionato che fu tra i primi ad andare ad abitare nel complesso realizzato alla metà degli anni ’90, dice che la famiglia di filippini abitava lì da tempo. «Stavano lì almeno dal 2005 – afferma – ma non hanno mai legato con nessuno, da qualche tempo però non si vedeva più nessuno in giro, forse si erano trasferiti». Solo in tarda serata, infatti, la polizia ha rintraccia­to la moglie della vittima, spiegandol­e quanto successo. L’ennesimo lato oscuro di una vicenda che ha ancora molti aspetti da chiarire.

 ??  ?? La Scientific­a Il corpo della vittima avvolto da un lenzuolo bianco, gli agenti impegnati nei primi rilievi (Fossella)
La Scientific­a Il corpo della vittima avvolto da un lenzuolo bianco, gli agenti impegnati nei primi rilievi (Fossella)
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Le Katane Sorpresa a tarda sera, sarebbero servite per il duello ma non sarebbero l’arma del delitto

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