Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Falle nel progetto», il Comune stoppa il piano per l’ex Marazzato
Rotatorie strette, impatto ambientale. La giunta: «Servono più informazioni»
TREVISO Il primo stop al maxi piano di riqualificazione dell’ex Marazzato lungo la Noalese, quasi dirimpettaio dell’aeroporto Canova, arriva dalla nuova giunta: le criticità sarebbero la viabilità, l’impatto inquinante e la mitigazione ambientale, per l’assenza di verde ed energia pulita. Ieri pomeriggio al Sant’Artemio era convocata la commissione Via provinciale per affrontare il progetto presentato dal gruppo Alì degli omonimi supermercati. L’assessore all’ambiente Alessandro Manera ha chiesto un rinvio. Considerato il corposo insediamento commerciale e la sua complessità (un’area di 50 mila metri quadrati e 16 mila di edificato, fra i quali un iper, su una delle strade più trafficate della città) «la giunta ha chiesto di posticipare la discussione allo scopo di valutare meglio il piano, per poter avere tutte le informazioni necessarie». Il progetto presenta «serissime falle», ed è un grosso impiccio per i proponenti, che a fine maggio avevano cominciato i lavori di smantellamento dei vecchi capannoni della concessionaria fallita nel 2009. Primo nodo: il Comune ritiene che le due rotatorie siano troppo strette. Il gruppo Alì si è reso disponibile a regalare a Treviso due rotonde per alleggerire il traffico sulla Noalese, sia per l’ingresso al polo commerciale che per l’accesso al Canova. La dimensione però non è ritenuta adeguata, in particolare per corriere e autobus che percorrono quella strada tutto il giorno. Su opere così strategiche per un insediamento che porterebbe, secondo le stime, oltre diecimila auto in più al giorno, la giunta vuole poter incidere.
Altro elemento critico: non sono previsti pannelli fotovoltaici che permettano di recuperare energia pulita per sostenere i due edifici, e gli alberi previsti non sono ritenuti sufficienti, nel numero e nelle dimensioni, per mitigare l’impatto ambientale. Anche il sindaco Mario Conte si è interrogato allo stesso modo sulla proposta: per convincere Ca’ Sugana servirà apportare diverse modifiche. Il parere del Comune non è vincolante per l’approvazione del procedimento ma è difficile che la Provincia non tenga conto dei dubbi tecnici e politici espressi dall’amministrazione sul cui territorio il centro commerciale andrà a sorgere.