Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Veneto Banca, i rimborsati non rischiano»
Il sottosegretario Villarosa: «Chi accettò la transazione non deve restituire»
MONTEBELLUNA Gli azionisti di Veneto Banca che, nella primavera del 2017, accettarono l’Offerta pubblica di transazione (Opt) avanzata dagli amministratori della fu Popolare e ricevettero una riparazione pari al 15% del valore del capitale perduto nell’azzeramento delle azioni, non correranno il rischio di essere destinatari di una revocatoria. Cioè di vedersi chiedere la restituzione della somma da parte dei commissari liquidatori della banca, in seguito alla dichiarazione di insolvenza dello stesso istituto emessa dal Tribunale fallimentare di Treviso pochi giorni fa. La rassicurazione giunge dal sottosegretario all’Economia, Alessio Villarosa (M5S).
Il timore si era diffuso nei gironi scorsi: se la banca - era la preoccupazione di molti - si trovava già in uno stato fallimentare mentre si distribuivano i risarcimenti a chi aveva accettato il rimborso parziale in cambio della rinuncia ad avviare contenziosi, quei soldi avrebbero potuto essere fatti rientrare in nome della «par condicio» fra i creditori.
Questo però non avverrà. «Sembra che lo stato di insolvenza – spiega Villarosa - non c’entri con la risoluzione e quindi chi ha accettato la transazione non avrà alcun tipo di rischio». L’esponente di governo cita una dichiarazione del capo della vigilanza di Banca d’Italia, Carmelo Barbagallo, sul tema insolvenza-risoluzione, data in risposta a una domanda specifica nel corso delle audizioni davanti alla commissione d’inchiesta sulle banche. In quell’occasione, Barbagallo aveva spiegato che «l’insolvenza non inficia la risoluzione, che esce dalle norme europee del bail-in e che non prevede l’obbligatorietà della dichiarazione dello stato di insolvenza». La risposta di Barbagallo, sottolinea Villarosa, era riferita a Carichieti, mentre «qui parliamo di una banca che sembra in insolvenza precedente alla risoluzione. Per questo dobbiamo approfondire – conclude e daremo risposte più certe».
La dichiarazione di insolvenza ha comunque prodotto un effetto: la Procura di Treviso ora ha indagato gli ex amministratori anche per bancarotta e dunque si allontanano notevolmente i termini della prescrizione.