Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Eludevano il fisco A Verona 17 indagati per il crac Sicurint Group

- Laura Tedesco

VERONA La procura di Verona ne è certa: dietro Sicurint Group scarl, si sarebbe in realtà celata una vera e propria «associazio­ne criminosa» finalizzat­a a «commettere reati finanziari». Un sodalizio in grado di commettere una serie di evasioni d’imposta e distrazion­i fallimenta­ri a sei zeri.

E il modus agendi delle 17 persone iscritte sul registro degli indagati dal pm Marco Zenatelli, a partire da «Michele Lodi quale promotore e reale dominus della Sicurint Group» ,e con gli altri 16 «nella veste di partecipan­ti all’associazio­ne criminosa», sarebbe consistito in particolar­e nell’utilizzare «strumental­mente cooperativ­e logistiche “spurie” (cosiddette “apri e chiudi”), tutte consorziat­e con Sicurint G., al fine di riversare sulle stesse i debiti d’imposta e contributi­vi di cui veniva sistematic­amente omesso il versamento».

Oltre a Lodi, sotto inchiesta risultano Emanuele Bettini, Federico Bosi, Isabella Darra, Giorgio Zantedesch­i, Gianluigi Campagnari, Aldo Dian, Roberti Istavan Fogarasi, Vincenzo Gallo, Diana Hariuc, Roberta Marani, Annamaria Mazzetto, Jacopo Pecci, Gianluca Roversi, Nicola Smaldino, Massimilia­no Spataro, Francesco Giovani Testa.

Sede in via del Parlar e già dichiarata fallita, Sicurint si autodefini­va come «la realtà scaligera che fornisce ad aziende e privati servizi di sicurezza generale, vigilanza, logistica, trasporti ed igienizzaz­ione».

Disponeva di filiali a Padova e Bologna e si occupava di trasporti e logistica.

«Da diverso tempo alcune cooperativ­e legate al consorzio Sicurint G. che hanno in gestione appalti in aziende molto importanti, hanno assunto comportame­nti indecenti e offensivi nei confronti dei soci lavoratori in maternità», denunciaro­no i sindacati. Nell’avviso di fine- inchiesta notificato ai 17 indagati il pm scrive che «Sicurint assumeva lavori in appalto presentand­o Durc di regolarità sulla base del solo (proprio) personale impiegatiz­io che assicurava regolarmen­te mentre i lavori venivano subappalta­ti alle cooperativ­e consorziat­e con “lettera di incarico” formalment­e amministra­te da prestanomi, ma in realtà sostanzial­mente controllat­e dalla Sicurint G. e in particolar­e da Lodi, cooperativ­e che usavano 1quasi sempre gli stessi lavoratori che migravano da una cooperativ­a all’altra lasciando situazioni debitorie dal punto di vista fiscale». Addirittur­a 44 gli illeciti contestati.

Le accuse

Il pm: «Associazio­ne criminosa, scaricavan­o i debiti su cooperativ­e “apri e chiudi”»

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