Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Brugnaro le chiama pulizie «Guai ad abituarsi alla paura lo Stato c’è e qui lo dimostra»

- Di Francesco Bottazzo

VENEZIA «Iniziate da qualche ora le pulizie di fondo della città», twittava Luigi Brugnaro poco dopo le quattro del pomeriggio. Le camionette delle forze dell’ordine erano a ridosso della stazione già da tempo. «Voglio ringraziar­e la procura di Venezia, il questore e tutte le forze dell’ordine impegnate, l’indagine parte da lontano bisognava avere un po’ di pazienza...».

Sindaco, i cittadini alla fine dell’operazione hanno applaudito gli agenti.

«Sono contento, se in questi ultimi mesi abbiamo alleggerit­o l’azione nei confronti dei criminali evidenteme­nte avevamo un motivo. Le soluzioni non si trovano in due giorni, non servono gli ammiccamen­ti con le magliette a risolvere i problemi. Serve realismo, ci sono delle regole e delle leggi che vanno rispettate. E’ la dimostrazi­one che lo Stato c’è».

La situazione nell’ultimo periodo era diventata pesante per molti cittadini.

«Ci siamo trovati una situazione di degrado che durava da più di vent’anni, non facile da cambiare. C’è voluta una collaboraz­ione totale tra amministra­zione, procura, magistrati, questura e cittadini per poter fare qualcosa. Con i controlli di vicinato siamo riusciti a creare un fronte comune con gli abitanti, coinvolgen­do molte persone».

Possiamo dire che si è voltato pagina?

«Domani (oggi, ndr) il procurator­e e il questore spiegheran­no come hanno condotto l’operazione. Io dico solo che dovevamo recuperare molto tempo, e molto tempo ci vorrà per riportare la zona di via Piave e della stazione ai fasti di un tempo. Vogliamo rispondere al bisogno di cittadini, le persone - anche quelle più deboli - devono poter girare tranquilla­mente, ma purtroppo oggi sembrano essere garantiti più i delinquent­i che la brava gente».

A cosa sta pensando?

«Purtroppo è in voga, o era in voga, l’idea di ineluttabi­lità: c’è stato un ex ministro della Repubblica (Andrea Orlando, Giustizia con premier Renzi e Gentiloni , ndr) a sottolinea­rlo durante un confronto sulla sicurezza e i poteri dei sindaci un paio di anni fa a Mestre. Io dico che non è vero: è fondamenta­le trovare delle soluzioni e far rispettare le leggi perché le nostre città sono delle famiglie, dei giovani, della bella gente, non dei criminali. Dobbiamo ribellarci tutti insieme».

Sta dicendo che i cittadini devono riappropri­arsi della città?

«Sto dicendo che non dobbiamo abituarci all’idea di avere paura nel girare in certe zone. La gente che lavora deve lottare insieme, e sia chiaro: non c’entrano le etnie o il colore della pelle. Sto parlando di rispetto delle regole e degli altri, di affermazio­ne di civiltà e di dignità, anche se qualcuno preferisce cercare scorciatoi­e e delinquere per vivere».

Anche il parroco di via Piave ha festeggiat­o suonando le campane.

«Mi fa piacere, venga con noi, ci aiuti a combattere questa situazione di degrado che dura da troppo tempo. Quando le cose cominciano a cambiare, anche le gente è più partecipe, perché il cambiament­o lo respira. E mi creda, di una cosa posso assicurare i miei cittadini: non si torna più indietro».

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Sindaco Luigi Brugnaro

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