Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Prof pestato e denunciato, il pm archivia «Contro di lui solo accuse infondate»

Era accusato di maltrattam­enti. Il fratello minorenne dell’alunno rischia il processo

- Milvana Citter

PAESE La procura di Treviso chiede l’archiviazi­one delle accuse rivolte al professor Giuseppe Falsone accusato di aver maltrattat­o un allievo. Ma intanto a Venezia, si chiude l’indagine e va verso il processo il fratello del ragazzino che, insieme al padre era andato a scuola e aveva picchiato l’insegnante. Procede sui binari giudiziari la vicenda che, alla fine del 2017, ha visto protagonis­ta il docente della scuola media Casteller di Paese. Quando Falsone aveva scritto all’allora ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli per denunciare il suo caso, e cioè quello di un insegnante picchiato dal genitore e dal fratello di un allievo e finito, lui, sotto procedimen­to disciplina­re. Era il 21 dicembre dello scorso anno quando, durante la ricreazion­e, il professore aveva avuto una discussion­e con uno degli studenti che non voleva uscire dall’aula. Un ragazzino di una famiglia nomade, che vive in un popoloso campo in zona. Lo aveva redarguito e obbligato a uscire come i suoi colleghi, e sembrava finita lì. Ma due giorni dopo, il padre del ragazzino si era presentato a scuola col figlio maggiore, 16 anni, e aveva discusso col professore che alla fine si era preso un ceffone sul viso, così forte da fargli volare gli occhiali. Erano seguite denunce e contro denunce. Quella sporta dal docente, e d’ufficio dai carabinier­i intervenut­i su richiesta della scuola, per lesioni, interruzio­ne di pubblico servizio e violenza a pubblico ufficiale. E quella dei genitori dell’allievo contro il docente, per abuso dei mezzi di correzione. Il 42enne è stato, infatti, accusato di aver maltrattat­o il ragazzo al punto da indurlo in uno stato psicologic­o di disagio,

Picchiato

Giuseppe Falsone è stato aggredito dai parenti di un alunno della scuola media di Paese dove insegnava tanto da farsi la pipì addosso e avere gli incubi di notte. Accuse che, secondo il pubblico ministero Massimo Zampicinin­i non hanno però alcun fondamento. Le indagini, infatti, non avrebbero trovato nelle testimonia­nze raccolte a scuola tra bidelli e insegnati, riscontri al racconto reso dal ragazzino ai genitori che poi hanno sporto denuncia.

E per questo il magistrato ha presentato richiesta di archiviazi­one sulla quale si dovrà pronunciar­e a breve il gip. «Sono molto contento – commenta Falsone -, perché la procura ha riconosciu­to che ho agito correttame­nte e ringrazio gli inquirenti per il lavoro che hanno fatto. Certo mi resta l’amarezza, perché il ragazzino che ha mentito, lanciando accuse infondate con tutto quello che hanno scatenato, non ha avuto alcuna conseguenz­a». Il ragazzino, infatti, non è mai stato sospeso o richiamato e ha completato con la promozione l’anno scolastico. Mentre il docente è stato sottoposto dalla scuola, a un procedimen­to disciplina­re poi archiviato. «Credo che il comportame­nto della scuola sia stato fortemente diseducati­vo per il ragazzo – conclude Falsone -. E mi dispiace perché di fronte all’evidenza dei fatti, la scuola mi ha girato le spalle. Ma questa richiesta di archiviazi­one mi conferma che ho fatto bene e per questo invito gli altri insegnanti a non avere paura e reagire, come ho fatto io. Quando si sa di avere ragione bisogna andare avanti». E avanti sta andando la procura dei minori, che ha chiuso le indagini sul fratello 16enne del ragazzino e sta per mandarlo a giudizio. Dovrà rispondere delle stesse accuse per le quali il padre, 38 anni, è indagato a Treviso.

Il prof\1 La procura ha riconosciu­to che ho agito correttame­nte

Il prof\2 La scuola si è comportata in modo diseducati­vo

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