Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bimba con la tubercolosi, test all’asilo
Bassa contagiosità, controlli per compagni e insegnanti. L’Usl: «Nessun allarme»
TREVISO È stata ricoverata il 25 giugno e dimessa ieri una bambina, che frequenta un asilo del territorio comunale riferibile all’ex Usl 9 e che era affetta da tubercolosi. Un caso«a bassissima contagiosità e di probabile origine familiare», hanno subito spiegato i sanitari che però, a titolo precauzionale, hanno avviato una campagna di controlli sui compagni dell’asilo e sugli insegnanti. L’azienda sanitaria rassicura tutti, non c’è alcun allarme.
TREVISO Era arrivata in ospedale a Treviso, due settimane fa, con una febbre alta che durava da giorni. Le cure tradizionali non riuscivano a guarire quell’infezione finché i medici della pediatria del Ca’ Foncello hanno chiesto un esame più accurato e scoperto quale fosse la causa: tubercolosi. È stata ricoverata il 25 giugno e dimessa ieri una bambina di pochi anni, che frequenta un asilo del territorio comunale riferibile all’ex Usl 9. Un caso«a bassissima contagiosità e di probabile origine familiare” hanno subito spiegato i sanitari che però, a titolo precauzionale, hanno avviato una campagna di controlli sui compagni dell’asilo e sugli insegnanti. Essendo la scuola dell’infanzia chiusa per le vacanze, bimbi e maestre sono stati immediatamente contattati telefonicamente e tramite lettera e da venerdì cominceranno i test. L’azienda sanitaria rassicura tutti, non c’è alcun allarme.
Nella provincia di Treviso ogni anno arriva a una sessantina il numeri dei casi di tubercolosi, ma l’eccezionalità dell’episodio è che la malattia sia stata contratta da una bambina così piccola. Solitamente, spiegano dall’Ulss 2, si riscontra negli anziani che negli anni dell’infanzia o in gioventù non hanno potuto usufruire di terapie antibiotiche, o altrimenti in cittadini extracomunitari provenienti da Paesi in cui la tbc è endemica; generalmente la malattia è stata contratta da piccoli ed è emersa in un momento successivo, di basse difese immunitarie. È una malattia impegnativa ma che, se identificata in tempo e messa sotto controllo, consente di intervenire rapidamente e in modo concreto per una guarigione completa.
«Il contagio nel caso della bambina – spiega Mauro Ramigni, medico del Servizio Igiene e Sanità Pubblica – potrebbe essere stato un contatto in ambito familiare. Nessuno dei familiari più stretti ha evidenziato il batterio tubercolare. Potrebbe essere un contatto con un cugino avvenuto alcuni mesi fa. La paziente era stata ricoverata a seguito di una febbre che non guariva, non presentava tosse, aveva sintomi respiratori scarsi e solo con una radiografia al torace si è mostrato un addensamento polmonare». Tubercolosi è una parola che fa paura, ma i medici hanno subito tranquillizzato i genitori: «La positività è a bassa carica e bassa contagiosità». La bimba è stata dimessa e continuerà la terapia antibiotica a casa dopo due settimane di ospedale . Non è stato necessario ricorrere a profilassi di chi ha avuto i rapporti più stretti con la piccola, spiega ancora Ramigni: verrà effettuato sui compagni di scuola materna e sugli insegnanti un semplice esame immunologico a reazione cutanea, una piccola iniezione che evidenzierà l’eventuale presenza dello stesso batterio. Il test sarà completato in pochi giorni, a partire da domani, e verrà ripetuto all’inizio di settembre per prudenza. I medici assicurano che non vi sono allarmi di tipo sanitaro: non c’è alcun rischio di contagio e la bambina sta meglio. Nell’Ottocento era considerata una malattia grave, invalidante e mortale che attaccava principalmente i polmoni. Oggi non è più così. Esiste anche un vaccino ma in Italia non è diffuso; viene utilizzato e somministrato invece in altri Paesi dove la situazione è più critica ed è tra i più antichi fra quelli in circolazione.
Il medico La positività della bimba è a bassa carica e bassa contagiosità
Il contagio potrebbe essere avvenuto mesi fa, tramite un cugino