Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ciclone Zanonato sui social il gruppo «politica a Padova» lo esclude tra le polemiche
È un fake. Un etilista. PADOVA Un arrogante di sinistra che banna tutti e minaccia querele. Uno in maglietta rossa che vuole avere sempre ragione. Per una settimana o poco più nel gruppo Facebook «Politica a Padova da sinistra a destra» è entrato il ciclone Zanonato.
Flavio Zanonato, tre volte eletto sindaco, oggi europarlamentare di Leu, una di quelle personalità esuberanti con talento da polemista, lingua tagliente e aplomb contundente capace di mandare fuori di testa gli avversari politici. Personalità esuberante, focosa, tipo Renzi o Salvini: se si tolgono di mezzo all’improvviso, per i primi tre secondi gli avversari hanno una sensazione di sollievo; ma poi, dopo, non si sa più neanche di cosa parlare. E così è successo per qualche ora nel gruppo Facebook «Politica a Padova da destra a sinistra» che conta 6.970 iscritti e dall’altra sera alle 23 ne ha uno in meno. Zanonato, bannato dall’amministratore Antonio Otello Zanella e in poche ore diventato un caso social. Prima il plauso generale e degli avversari come Fabio Andrea Gentilin («In molti qui dentro si lamentavano dei suoi insulti ma sopratutto si lamentavano dei ban»), poi è arrivata la difesa degli avversari come Yehuda Abramson («Se in questo gruppo è stato bloccato Flavio Zanonato che è europarlamentare ex ministro e sindaco di Padova, abbandono il gruppo. E lo dico da uomo di destra») o Stefano Trolio («Credo sia stata una mossa sbagliata: la penso in modo diametralmente opposto a lui ma in questo modo,avete “esposto il fianco”,ora gli amministratori verranno accusati di mettere un bavaglio virtuale e di favorire gli “odiatori”») . Ma cosa è successo? La qualunque: dai Rom all’olio tunisino alle magliette rosse passando per i video di D’Alema e Emma Bonino che asserivano la necessità di migranti per sostenere lo sviluppo dell’Europa, il confronto è stato sempre sopra quelle righe.
Random: Luciana Bettini gli dice «fai schifo», Rossano Nicoletto chiede «A quante ombre sei arrivato oggi? e l’ironia sulla sua silhouette appesantita immortalata in maglietta rossa è l’apoteosi: «Sembri un ippopotamo», «Che schifo», «Sta facendo il cambio di sesso», «Puppe a pera» e poi trans, pagliaccio. Lui, di solito fumantino, si tiene sul vago: «Che eleganza questo commento», «Che stile», «Se le viene da vomitare non guardi allo specchio». Ma sulla politica si infuria, banna a raffica e minaccia querele (cui non dà corso). Il meglio lo dà rispondendo a Michele che lo apostrofava («Zanonato, oltre che perito industriale, psicologo e sociologo di chiara fama, si rivela con questo post anche acuto politologo»): « Immagino che per lei uno che sa fare le addizioni sia un matematico, chi suona i campanelli un musicista. Mi commuovono le anime semplici. Mi ricorda le beatitudini del Vangelo di Matteo: beati gli ultimi. Con questo sono diventato teologo».
Fa infuriare il suo sarcasmo involontario quando si scusa con un cittadino che spiega gli errori di digitazione perché ha mani che lavorano tanto e quindi troppo grandi per lo smartphone («Handicappato? Mi scusi, non avevo capito») e incendia la miccia apostrofando un utente contro gli immigrati con: «Un’altra mer.. che preferisce Hitler all’integrazione». Il tema della politica che difenda il popolo di sinistra attaccato dal «mob» dei social destrorsi c’è. Ma c’è sopratutto quello della politica che usa un linguaggio incomprensibile ai più. «Se non mi avessero bannato, me ne sarei andato io: troppo odio. Ma è bene che i politici interagiscano con questo mondo di Forza Nuova, Casa Pound e salvinisti, per capirlo - spiega Zanonato – C’è da studiare nel modo di leggere la realtà, di attaccare l’avversario con degli standard, dal benaltrismo al quoque tu». Lo farà attraverso la nuova pagina «Idola Fori, lanciata ieri»: voci della piazza, per dirla con Francis Bacon, un sito per analizzare e smontare fake news e la semantica dei discorsi di odio.
Zanonato Se non mi avessero bannato me ne sarei andato io: troppo odio