Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Guida senza patente e dà agli agenti i dati della sorella: condannata a un anno per sostituzio­ne di persona

- A. Zam.

TREVISO Era accusata di sostituzio­ne di persona e guida senza patente mentre la sorella è finita a processo con l’accusa di favoreggia­mento. Per la prima, che ha 24 anni, è arrivata la condanna ad un anno di reclusione, pena sospesa, assolta invece la sorella di 33.

La vicenda risale al 28 luglio del 2014 quando i poliziotti arrestano un 30enne nomade che era sottoposto a sorveglian­za speciale per aver tentato una serie di truffe nel settore delle auto. Al momento del blitz in un albergo della provincia assieme a lui viene trovata una 33enne. I poliziotti non credono ai loro occhi. Documenti alla mano quella donna è una persona diversa rispetto a quella fermata in città il giorno prima al volante di una Mazda nera. La donna che guidava l’utilitaria, infatti aveva dichiarato di aver dimenticat­o la patente ed aveva fornito il «proprio» nome e cognome. Una veloce ricerca aveva permesso nel corso del controllo di elevare la contravven­zione ma davanti a quella scena, in hotel, i poliziotti hanno capito che quell’informazio­ne ricevuta in strada non era corretta. La donna al volante non era di certo la stessa che avevano difronte. Un’approfondi­ta ricerca ha permesso di scoprire che la 33enne ha una sorella di 24 anni che non ha la patente, perché mai conseguita, è a quel punto che i poliziotti hanno realizzato che quella fermata il giorno precedente era proprio la 24enne. Ieri mattina in tribunale il processo per le due sorelle, difese dall’avvocato Andrea Zambon. Il legale ha chiesto l’assoluzion­e dal reato di favoreggia­mento. Il giudice ha comunque condannato ad un anno, pena sospesa, la sorella più giovane.

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