Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Izzo scrive a «Giallo»: portatemi nella villa
BELLUNO Lettera di Angelo Izzo (sotto a sinistra) al settimanale «Giallo» (gruppo Cairo Editore). La richiesta del «mostro del Circeo» rimane sempre la stessa: essere portato sulla villa del lago Trasimeno dove, secondo il suo racconto, sarebbe stata imprigionata, stuprata e poi uccisa Rossella Corazzin (a destra), la 17enne di Pordenone scomparsa il 21 agosto 1975 a Tai di Cadore. Izzo ha descritto di nuovo l’orrore di quel giorno in cui la ragazza sarebbe stata sacrificata. «Eravamo una dozzina attorno a un tavolone, nel buio». Inizia così la lettera inviata a «Giallo».
E continua: «Tutti scalzi, indossavamo tuniche bianche con sopra cucita, in corrispondenza del cuore, una rosa rossa. L’unica flebile luce giallastra veniva dalle centinaia di candele accese sul pavimento. Altre candele sul tavolo intorno al corpo nudo della ragazza, lì sdraiata priva di sensi. Era stata drogata». Poi ripete i dettagli del rito.
Izzo cerca forse di fare pressione sulla Procura di Perugia per essere portato in quella villa e fornire informazioni più precise sui fatti. Ma sulla fine della ragazza, com’era emerso dall’interrogatorio con l’allora procuratore di Belluno Francesco Saverio Pavone, non sa nulla.
«Oggi ci sono nuovi strumenti investigativi — ha spiegato l’avvocato Rolando Iorio, legale di Izzo — che consentirebbero di verificare molte cose che il mio assistito ha dichiarato. È giusto che si indaghi anche per non avere alcun peso sulla coscienza rispetto a un presunto omicidio che ha visto coinvolta una giovane innocente».