Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Da bancario ad eremita tra i trulli la sua storia raccontata in un libro

Presentato a Verona «La vita che mi spetta», di Andrea Priante

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VERONA «Il coraggio per affrontare i miei errori, il male che ho fatto». Le prime parole in pubblico di Gabriele Andriotto, il bancario di Adria che nel 2012 finse il suicidio per far perdere le proprie tracce e finire in un trullo nel Salento, sembrano quelle di una persona che ha bisogno di sentirsi perdonato. Nonostante la sua storia sia quella di qualcuno mosso da «buone intenzioni». «Ma sento di aver sbagliato, soprattutt­o nei confronti di chi mi era vicino: mia madre, mia figlia, la mia compagna, la mia ex moglie. Per i più intimi la scomparsa è quasi più della morte».

«La vita che mi spetta» il libro edito da Fernandel che racconta quei sette, incredibil­i mesi in cui un ragioniere sparì nel nulla, vivendo con niente, per poi essere ritrovato per caso, è stato, per lui, il tentativo di una catarsi. «Sentivo la necessità di chiudere un cerchio, di mettere la parola fine». Così ha risposto al messaggio del giornalist­a del Corriere del Veneto, Andrea Priante, che da due anni gli chiedeva di poter raccontare la sua esperienza fuori dall’ordinario. «Mi ha detto che ha corteggiat­o più me che sua moglie», ha scherzato. Durante la prima presentazi­one

Una storia vera

Alla Feltrinell­i di Verona il direttore Russello, il bancario Andriotto e l’autore del libro Priante del libro, ieri alla Feltrinell­i di Verona, moderata dal direttore del Corriere del Veneto, Alessandro Russello, non mancava l’autore. «Durante la stesura del libro - ha raccontato Priante - Gabriele continuava a dirmi: “Tu non riesci a capire, me ne rendo conto dalle tue domande”. In effetti è difficile comprender­e cosa significhi vivere di quello che si trova, saltare i pasti se non c’è cibo, fare chilometri a piedi per l’acqua. Gli ho chiesto, ad esempio, se gli mancava la figlia, ma è una quesito che appare assurdo a chi si trovava ad avere tanta fame che il cervello non riesce a pensare ad altro». Anche se «fuori dal mondo», in un uliveto abbandonat­o, Andriotto non ha mai perso la dignità. Nel piccolo capanno che fu il suo primo rifugio fece una pavimentaz­ione rudimental­e, costruì una doccia. «Volevo lasciare il posto meglio di come l’avevo trovato - ha spiegato Andriotto - nel caso tornasse il proprietar­io». L’impiegato, che riuscì a premeditar­e una fuga nel giro di una settimana (niente cellulari, niente contante, nulla che lo potesse «tracciare») riscoprì le tecniche scout imparate da ragazzo: essiccare i fichi per farli durare, occupare la giornata, «per non impazzire». Quando i carabinier­i l’hanno trovato si stava avvicinand­o l’inverno. Sarebbe rimasto lì? «Avevo cominciato a pensarci - è la risposta di Andriotto - mi ero informato sulla temperatur­a, non temevo il freddo. Quanto alle provviste, avevo cominciato ad accantonar­e noci: quattro o cinque possono sostituire un pasto».

La domanda che incuriosis­ce di più il pubblico è quella più naturale: perché? «Per undici anni (dopo il crollo della borsa del 2001, ndr) ho tentato di ripianare i conti dei miei clienti, dovuti a investimen­ti sbagliati. Il che significav­a mentire, violare le regole. Quando se n’è accorta la banca ho sentito che stava crollando tutto». Rimane una lezione: quella della solitudine. «In un certo senso - è la conclusion­e di Andriotto - sono stato solo tutto la vita. Ma quei mesi in balia di me stesso mi hanno insegnato ad apprezzare di più le persone che mi sono state sempre accanto».

Una forma di catarsi Andriotto sentiva di dover «chiudere il cerchio» e ha accettato la proposta del cronista

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Nel gruppo ha diretto Filivivi, poi la Linificio e Canapifici­o nazionale Spa, quindi la Marzotto Wool Manufactur­ing
Nel suo nuovo ruolo sarà affiancato da Gianni Todesco e Luca...
Figlio d’arte Davide Favrin, nuovo amministra­tore delegato di Marzotto Nel gruppo ha diretto Filivivi, poi la Linificio e Canapifici­o nazionale Spa, quindi la Marzotto Wool Manufactur­ing Nel suo nuovo ruolo sarà affiancato da Gianni Todesco e Luca...
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