Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Pistola alla testa del titolare, rapina al bar
San Biagio, il malvivente è scappato con 700 euro ma è stato ripreso dalle telecamere
SAN BIAGIO «Sembrava indeciso sul da farsi, ma determinato a tenermi sotto la minaccia della pistola». Albano Fossaluzza racconta la rapina di cui è stato vittima per successo poco dopo le 14 di ieri, nel suo bar, il «Borgo Verde» di via Postumia Ovest a San Biagio di Callalta. Il malvivente, entrato inizialmente a volto scoperto come un normale cliente, è riuscito a derubarlo di circa 700 euro prima di fuggire. La rapina è stata ripresa dalle telecamere del locale.
SAN BIAGIO «Sembrava indeciso sul da farsi, ma determinato a tenermi sotto la minaccia della pistola». Albano Fossaluzza è calmo quando racconta quello che gli è successo solo poche ore prima quando, un rapinatore solitario lo ha aggredito nel suo bar, minacciato con una pistola puntata alla testa e rinchiuso nel bagno. È successo poco dopo le 14 di ieri, nel suo locale «Borgo Verde» di via Postumia Ovest a San Biagio di Callalta. Il malvivente, entrato inizialmente a volto scoperto come un normale cliente, è riuscito a derubarlo di circa 700 euro prima di fuggire. La rapina è stata ripresa dalle telecamere installate nel locale e sulle sue tracce ci sono i carabinieri. La vittima lo ha descritto come un uomo di circa 27-30 anni, italiano. Indossava una tuta sportiva colorata e aveva in testa un cappello. Il barista ha notato anche un particolare, le mani sporche di grasso come quelle di un meccanico. «Era arrivato un’ora prima, non l’avevo mai visto. Ha ordinato una birra, l’ha bevuta poi è uscito dal locale – spiega -. Pensavo fosse andato via senza pagare, poco dopo è tornato e ne ha ordinata un’altra. Passate le 14 gli ho detto che dovevo andarsene, perché il sabato chiudo due ore per andare a pranzo. E lui mi ha detto che andava in macchina a prendere i soldi per pagare». Il giovane però si è allontanato e il barista è uscito per controllare dove andasse: «Ho pensato, stavolta scappa e i soldi non li vedo più. Ha girato intorno a un condominio vicino, poi l’ho visto tornare. È entrato, ero convinto mi avrebbe pagato». Invece in quel momento, quello che fino a prima era sembrato un normale cliente si è trasformato in rapinatore. «Si è messo un foulard sul viso e solo allora ho visto la pistola. Me l’ha puntata alla testa e mi ha portato verso la cassa». Si è fatto consegnare tutto il contante che c’era in cassa, circa 700 euro. Ma per Fossaluzza non era ancora finita. «Pensavo sarebbe scappato invece mi ha chiesto dove fosse il bagno, poi sempre puntandomi la pistola alla testa mi ha spinto dentro. Gli ho detto che non serviva, che non avrei fatto niente. Gli avevo dato i soldi, non avevo reagito. Ma lui mi ha chiuso dentro». Imprigionato il barista, il rapinatore è fuggito, sembra a bordo di un’auto scura come avrebbe riferito una testimone. Dopo alcuni secondi, Fossaluzza si è messo a battere forte sul muro e sulla porta. Al piano superiore vive la fidanzata che ha sentito i rumori ed è corsa giù: «Mi ha aperto, le ho detto che c’era stata una rapina, di chiamare i carabinieri». I militari sono arrivati in pochi minuti sul posto, subito sono state visionate le telecamere interne e dalle immagini si vede chiaramente il rapinatore. Al vaglio anche quelle installate nella zona che potrebbero aver ripreso l’ auto in fuga. «In quei momenti non ho pensato a nulla, non ho avuto paura mi sparasse – conclude Fossaluzza -. Ho fatto quello che mi diceva, mi pareva indeciso su come comportarsi. Però la pistola la teneva ferma in pugno, contro la mia testa».