Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La pista sul lago per pedalare sospesi sul blu
Inaugurato il primo tratto di due chilometri. Il costo: 7,6 milioni
LIMONE (TRENTO) Pedalare sospesi a metà fra il blu dell’acqua del lago e le cime dei monti che lasciano senza fiato. È stato inaugurato ieri il primo tratto della nuova ciclopedonale sul Garda.
LIMONE (TRENTO) Pedalare sospesi a metà fra il blu dell’acqua del lago e le cime dei monti. Un’emozione da provare sulla nuova pista ciclopedonale ieri inaugurata a Limone. Si tratta del primo tratto, un chilometro e 900 metri, dell’anello destinato a collegare tutto il perimetro del lago di Garda. Ieri al taglio del nastro è arrivato il ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli e il tratto aperto si presenta come una lingua di calcestruzzo realizzata come se fosse di legno. Due metri e mezzo di larghezza e una rete di protezione in acciaio che separano dal vuoto e dall’emozione di quello che ci sta dopo. E’ costata 3.500 euro al metro lineare, per un totale di 7,6 milioni di euro.
Realizzata a 50 metri d’altezza, la pista ciclabile è stata costruita in buona parte grazie ai soldi garantiti dal Trentino nel fondo per i Comuni di confine e negli anni — è l’intento degli sindaci dei Comuni che si affacciano sul lago — dovrà toccare l’intero periplo del Garda, per circa 140 chilometri di lunghezza. Il tratto di Limone sarà aperto 24 ore su 24, luci di ultima generazione si accenderanno appena il sole tramonterà e illumineranno tutta la pista che scorre a fianco della vecchia Gardesana lombarda e la renderà ancora più suggestiva. Risorse sono state impiegate anche per la sicurezza. Non è insolito, infatti, che dalla montagna si stacchino sassi grandi e piccoli, così sono stati posati 1400 metri di reti, a maglia larga e più stretta. Una rete in alluminio, inoltre, fa da protezione fra la pista e il vuoto.
Il progetto è il frutto del lavoro di uno pool di ingegneri di Riva del Garda, lo studio Fontana-Lotti. L’opera invece è stata realizzata dall’impresa trentina «Geo Rock». Osserva il ministro Toninelli: «Lavoriamo per opere come queste. Vogliamo creare le condizioni perché tutti gli italiani possano addirittura andare al lavoro in bicicletta». Un appalto da 6 milioni di euro per il primo lotto di un’opera che verrà completata entro quattro anni. Il ministro alla cerimonia ha parlato anche di Autobrennero: «Quella situazione va sanata».
Per quanto riguarda il Garda veronese, il primo tratto a venir realizzato dovrebbe essere quello tra Torbole e Malcesine. Con diverse difficoltà: è anche quello più montuoso, con diverse aree protette (la zona di Tempesta, in Trentino, la riserva naturale gardesana, a Navene, e la zona di Val di Sogno): ci sarà anche da mettere d’accordo la Provincia autonoma di Trento e la Regione Veneto su un progetto condiviso. Ma c’è anche il timore, tra chi vive di turismo sulla sponda veronese, che il tratto di ciclabile inaugurato ieri sull’altro lato del Benaco, si riveli una delusione. Per diversi motivi: il tratto è molto corto (e lontano) e poi ci sono i tempi necessari allo sviluppo dell’anello del Garda, l’ambizioso progetto che dovrebbe consentire, in futuro, di circumnavigare il lago pedalando.
Tra le voci critiche quella della Fiab, la federazione degli amici della bicicletta. «Purtroppo con l’anello siamo solo ad una fase preliminare — spiega Corrado Maraston, presidente di Fiab Verona — per il settore veronese siamo solo allo studio di fattibilità, non è nemmeno stato deciso il tracciato. Ciò significa che ci sarà ancora molto da aspettare, e che nel frattempo il tratto realizzato a Limone, anche se verrà allungato a partire dall’autunno, resterà incastrato tra due strade sprovviste di ciclabile».
E il basso lago? Lì le piste ciclabili ci sono già, ma hanno un problema. «C’è grande discontinuità — chiude Maraston — ogni Comune si è organizzato come credeva, il risultato è che non sono collegate, sono tutte diverse e hanno molte interruzioni. E non c’è stata una progettazione che inibisse o almeno limitasse l’accesso dei pedoni, perciò molte aree ciclabili sono invase. In alcuni tratti c’è gente che si sdraia con un asciugamano o il lettino».