Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Catturato il piromane delle macchine
Treviso, 23enne preso dopo aver dato fuoco ad altre due auto. «Per lui era una sfida»
TREVISO L’hanno sorpreso in via Pinelli, dopo aver dato alle fiamme altre due auto, e l’hanno catturato. È un 23enne trevigiano di buona famiglia, Daniele Diego Martorana, il piromane che, da almeno due mesi, ha seminato danni e paura nella zona retrostante la stazione di Treviso. Il giovane è sospettato di una quindicina di episodi simili. «Era convinto di aver adottato tutte le precauzioni per non essere scoperto», afferma la polizia.
TREVISO Pensava di essere invincibile e di riuscire a farla franca anche nell’ultimo raid. Ma tutti gli accorgimenti adottati in questi mesi, che gli avevano consentito di incendiare auto, motociclette e cassette della posta tenendo sotto scacco un intero quartiere, ieri notte non gli sono bastati. E dopo aver dato alle fiamme altre due auto, il piromane di via Pinelli è finito in manette. Arrestato dagli investigatori della squadra mobile che, nel buio, ne osservavano i movimenti. Si tratta di un ragazzo che vive nella stessa strada, Daniele Diego Martorana, 23 anni. Figlio di un assicuratore, è incensurato, non studia né lavora. E che, tra le sue passioni, avrebbe indiscutibilmente il fuoco.
Il giovane si trova in carcere a Santa Bona, arrestato in flagranza di reato per incendio doloso e danneggiamento. Al momento gli viene contestato solo il rogo doloso della Nissan Qashqai e della Peugeot 308 bruciate nella notte, ma secondo gli inquirenti sono almeno 15 le auto finite nel suo mirino nel quartiere. Al vaglio anche due roghi avvenuti a Fiera. Quando è stato fermato Martorana non ha detto nulla, non ha fornito spiegazioni, ma era visibilmente sorpreso di essere stato scoperto.
Era marzo quando a Treviso sono iniziati i primi roghi sospetti, tutti nel triangolo compreso tra via Pinelli, viale Bandiera e via Cacciatori del Sile. All’inizio episodi isolati, che solo col tempo gli inquirenti hanno collegato tra di loro. Tra maggio e l’altra notte però, gli incendi si sono moltiplicati. Si è iniziato a parlare del piromane di via Pinelli, con articoli di giornali e servizi televisivi, che davano conto della preoccupazione dei residenti e sopralluoghi del neo sindaco Mario Conte. Un clamore che, probabilmente, ha alimentato la compulsione del giovane, spingendolo ad agire con una frequenza maggiore. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore Anna Andreatta, e affidate agli uomini della squadra mobile, hanno delineato l’identikit e il modus operandi del piromane. E ben presto i riflettori si sono concentrati su di lui, già sospettato di aver lanciato bottiglie contro alcune auto parcheggiate.
Il giovane prendeva di mira, a caso, auto parcheggiate nei pressi di casa sua. La tecnica usata era sempre la stessa: pezzetti di carta igienica o Scottex imbevuta di un accelerante, alcol o altre sostanze. «Nell’ultimo episodio – spiega Claudio Di Paola, dirigente della squadra mobile - ha utilizzato uno smacchiatore per indumenti. Posizionava la carta sulle ruote anteriori dell’auto per fare in modo che le fiamme raggiungessero anche il veicolo parcheggiato davanti, le incendiava con un accendino e si allontanava. Passati pochi minuti tornava a godersi lo spettacolo delle fiamme che divoravano le macchine». Cosa che ha fatto anche mercoledì notte, senza sapere che la polizia lo stava osservando. «Non si aspettava che lo arrestassimo – conclude Di Paola -, era convinto di essere invincibile perché ha adottato gli accorgimenti per evitare di essere scoperto». Il 23enne, infatti, stava attento a non muoversi in zone coperte da sistemi di videosorveglianza o dove vi era passaggio di persone. A casa sua, perquisita dopo l’arresto, la polizia ha trovato il materiale usato per gli incendi.