Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

PFAS IL DOSSIER

Depositata la relazione tecnica della commission­e d’inchiesta: L’inquinamen­to è enorme e irrisolto i cittadini rischiano e intanto pagano

-

VENEZIA C’è una frase di Nicola Dell’Acqua, direttore generale dell’Arpav, che dà il senso generale dell’inquinamen­to da Pfas: «I dati che mi ha fornito il Settore ambiente della Regione dicono di parecchie tonnellate di Pfas tolti in questi anni. Ricordo che basta un chilo di questa sostanza per distrugger­e milioni di metri cubi d’acqua». Una frase che condensa, se non un dramma, una profonda preoccupaz­ione, un allarme già esploso che si trascina da anni e che ora prende forma definitiva, certa e trasparent­e nelle 477 pagine della relazione della commission­e d’inchiesta nominata dalla Regione, a cui si aggiungono 30 pagine di sintesi illuminant­e. Il testo definitivo è stato consegnato ufficialme­nte ieri ai commissari, che dovranno approvarla in tempi strettissi­mi. È loro intenzione portarla in discussion­e in consiglio regionale entro il 30 luglio, anche se qualcuno avrebbe preferito a settembre. Ma il tema è urgente, intricato, le soluzioni difficili e soprattutt­o complicate da vari piani di competenze, conflitti istituzion­ali, soldi che non arrivano, burocrazia. Ma il fenomeno Pfas è un’emergenza, è sotto casa, è diventato un caso di scuola per il mondo intero vista la sua vastità, nel tempo e nello spazio: il mondo ci guarda e soprattutt­o il Veneto deve guardare se stesso e i suoi 300 mila abitanti nel cui sangue si sono annidate queste molecole perniciose.

La commission­e d’inchiesta, istituita il 15 maggio 2017, e ha lavorato alacrement­e. Ha effettuato 12 audizioni, in totale si è riunita 14 volte. Ha sentito tutti, dai tecnici ai politici, dai dirigenti della Miteni, l’azienda al centro dell’inquinamen­to, ai comitati di cittadini. Un lavoraccio, a cui si è aggiunta la ricerca di tutta la documentaz­ione possibile, dalle normative europee a quelle statali, dagli interventi delle varie autorità agli studi scientific­i. Alla terza audizione, nell’ottobre 2017, era stato invitato l’allora ministro dell’ambiente Galletti o un suo sottosegre­tario: non è venuto nessuno. Nuovo invito, esteso anche al ministro della Salute, all’epoca Lorenzin: non hanno nemmeno risposto. Ad oggi questo mezzo migliaio di pagine contiene tutto ciò che è possibile sapere - e tutto quello che è stato o non è stato fatto – sul problema Pfas. Un documento molto più completo ed approfondi­to di quello messo assieme dalla Commission­e d’inchiesta bicamerale sulle ecomafie. Ecco i suoi punti salienti, per forza di cose in estrema sintesi.

La salute

Non c’è la certezza che le sostanze Pfas siano causa diretta di patologie, ma attenzione: «queste molecole hanno la capacità, interagend­o essenzialm­ente con dei recettori cellulari di tipo nucleare, di scatenare degli altri effetti biologici che sono alla base di una varietà di effetti tossici che si sono andati via via mettendo a fuoco e che hanno quindi portato alla definizion­e di limiti tollerabil­i sempre diversi e sempre più restrittiv­i mano a mano che venivano alla luce evidenze sui nuovi effetti tossici». E se non c’è certezza scientific­a tra causa ed effetto, «gli studi epidemiolo­gici mostrano che sull’uomo concentraz­ioni di Pfoa e Pfos nel sangue corrispond­ono a livelli più elevati di colesterol­o e, nelle donne incinte, una diminuzion­e del peso del feto alla nascita». Di più «esiste la possibilit­à di un rischio aumentato per alterazion­i dei livelli di acido urico, patologie tiroidee, tumori del testicolo e del rene, e in gravidanza ipertensio­ne e pre-eclampsia». Gli effetti? «Moderato ma significat­ivo eccesso di

 Acque contaminat­e Basta un chilo di Pfas per distrugger­e milioni di metri cubi d’acqua. In questi anni la Regione ne ha tolte dalla falda diverse tonnellate

I rischi

Non sono state dimostrate patologie «dirette» ma nei Comuni interessat­i alcuni tipi di malattie hanno un’incidenza maggiore

Le inchieste

Ce ne sono state due: la prima nel 1977, la seconda nel 2013. Entrambe si sono chiuse senza responsabi­li e senza condanne

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy