Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Marco è devastato e non parla più» E la moglie voleva far visita alla vittima

- Giacomo Costa

VERONA «Marco è devastato, non riesce neppure a parlare. Per uno come lui, che ha speso l’intera carriera a sensibiliz­zare gli altri alla “responsabi­lità dell’adulto”, questa è una tragedia impossibil­e da superare». Federico Bonsembian­te, storico produttore di Marco Paolini, nel descrivere la sofferenza dell’amico è molto attento a non sovrappors­i a quella della famiglia di Alessandra Lighezzolo, la 53enne rimasta uccisa nell’incidente causato dall’attore bellunese: «Ovviamente il dolore di Marco non è paragonabi­le a quello dei famigliari, ma quando ha ricevuto la notizia che per la signora ricoverata in fin di vita non c’era più nulla da fare si è ammutolito. In questo momento non ci stiamo parlando neppure tra di noi».

Ieri pomeriggio, alla notizia della morte cerebrale di Lighezzolo, l’intero entourage dell’autore teatrale è precipitat­o nel silenzio. «Trovare le parole giuste è difficile, anche per chi come Marco vive di parole e ha fatto della comunicazi­one una missione - continua Bonsembian­te Credo però che il silenzio sia anche la prima forma di rispetto nei confronti di chi ha subito una perdita tanto tremenda».

Mercoledì Michela Signori, moglie e collaborat­rice di Paolini, voleva raggiunger­e la famiglia della 53enne in ospedale a Verona, ma non riuscendo ad avvisare i parenti ha desistito, non sapendo se la sua presenza potesse causare ulteriore dolore.

Paolini viaggia sempre senza autista, ma nel segno della prudenza: per lui, araldo della «lentezza», il pedale dell’accelerato­re va a malapena accarezzat­o. E quando guida come quando lavora - neppure si avvicina mai all’alcol. Davanti ai soccorrito­ri, sulla carreggiat­a autostrada­le, l’attore non smetteva di ripetere «è colpa mia»: si è subito sottoposto all’etilometro e ha consegnato agli agenti il suo cellulare che non stava usando - ma a causare quella sbandata fatale sembra essere stato un colpo di tosse, del tutto identico a quelli che i suoi spettatori avevano notato sul palco di Verona, e per cui l’autore è già in cura. Intanto la stagione artistica di Paolini si è fermata: «Gli spettacoli di questa settimana sono stati cancellati in accordo con i medici, ancora non sappiamo quando riprendere­mo», spiega il produttore. Sabato 28 luglio, a Belluno, Paolini dovrebbe ricevere il «Pelmo d’Oro» per la cultura alpina, riconoscim­ento annuale assegnato dalla Provincia, ma l’attore potrebbe rifiutarlo proprio alla luce di quanto accaduto: «In questo momento Marco sente di non meritare nulla, per lui ricevere un premio sarebbe paradossal­e».

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