Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Troppe rate e debiti Formiamo i lavoratori»

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TREVISO Il Trevigiano è fuori dal tunnel della disoccupaz­ione, anche se le emergenze più profonde negli anni più oscuri della crisi non sono mai state confrontab­ili con i drammi vissuti da molte altre parti del Paese. Adesso, con crisi aziendali residuali, cassa integrazio­ne quasi sparita e licenziame­nti in ogni settore inferiori alle nuove assunzioni, si tratta di far diventare «adulto» il lavoro. Nel senso di compiere quel salto di qualità, in termini di affidabili­tà e di livello delle profession­i, che lo elevi ad un piano degno di una fra le più forti economie d’Europa.

Di questo ha parlato ieri il segretario generale della Cgil di Treviso, Giacomo Vendrame, declinando in termini provincial­i l’ultimo rapporto dell’agenzia Veneto Lavoro. Le crisi aziendali, 31 nel 2017, sono una frazione della somma «monstre» di 527 unità del 2014, e le ore di cassa integrazio­ne straordina­ria, di conseguenz­a, sono meno della quinta parte degli 11 milioni di allora. Simile la dinamica dei licenziame­nti collettivi, 640 contro i 4.710 di quattro anni prima, mentre, a guardare i saldi fra assunzioni e cessazioni nella prima parte di quest’anno, ogni valore – in realtà sempre rimasto sopra lo zero, ad eccezione delle costruzion­i, nei primi trimestri precedenti – è di fatto esploso. Poco meno di 5 mila posti creati nell’industria, 2.400 nel terziario e addirittur­a 640 nell’edilizia.

Con la sorpresa, se si va ad osservare la natura dei contratti, di un rafforzame­nto delle assunzioni a tempo indetermin­ato, nonostante siano i rapporti a termine a prevalere sull’insieme dei nuovi contratti.

Nella sostanza, l’anno in corso è destinato a congelare la disoccupaz­ione ai livelli «frizionali» dei decenni migliori del Nordest, vale a dire quei 4-5 punti fisiologic­amente incom-

Troppi acquisti a rate, troppi indebitame­nti affrontati a cuor leggero. La Cisl di Treviso Belluno lancia l’allarme: un lavoratore su 10 cede il quinto dello stipendio per coprire esposizion­i nei confronti di società finanziari­e, quasi sempre di credito al consumo. Il sindacato perciò propone di organizzar­e corsi di formazione finanziari­a nelle aziende, ospitando esperti sul tema.

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Disoccupat­i ai minimi Nella Marca riprendono tutti i settori,. superata la crisi

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