Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Prostituzione in montagna «Massaggiatrici» a San Vito
Un auronzano e una cinese gestivano una casa «hot»
SAN VITO DI CADORE Prostituzione ad alta quota. La polizia di Belluno, dopo un’indagine coordinata dal sostituto procuratore Simone Marcon, ha scoperto un appartamento a luci rosse a San Vito di Cadore. M. M., un 67enne di Auronzo, ma residente nel Veneziano e la sua collaboratrice cinese Y. W. sono stati denunciati per sfruttamento della prostituzione.
Sono stati alcuni residenti cadorini a segnalare alla polizia che, in uno dei tanti appartamenti del complesso residenziale «Valboite», occupato per lo più da turisti durante le vacanze invernali ed estive, avvenivano incontri «hot». Un giro d’affari da decine di migliaia di euro al mese.
La Squadra Mobile di Belluno e il Commissariato di Cortina d’Ampezzo hanno perquisito i locali trovando 1.400 euro in contanti e una giovane prostituta cinese in possesso di profilattici, abiti «a tema» per le prestazioni sessuali e pillole di Viagra. I clienti venivano trovati su Internet, nel sito di «Bakeka», con annunci del tipo «massaggi cinesi». Poi avveniva un contatto telefonico in cui ci si metteva d’accordo su orario e prezzo. Infine l’incontro. Le prestazioni arrivavano a costare fino a 150 euro, con sconti particolari per i clienti «affezionati». L’appartamento a luci rosse aveva «aperto» nel novembre scorso.
Da indagini successive si è scoperto che M. M. operava anche a Jesolo nel Veneziano. Insieme al commissariato locale, perquisito un appartamento in via Trentin dove sono state trovate altre due cinesi dedite alla prostituzione e tutto l’occorrente per rapporti sessuali a pagamento. A metà mattina avevano già incassato 400 euro.