Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Prostituzi­one in montagna «Massaggiat­rici» a San Vito

Un auronzano e una cinese gestivano una casa «hot»

- Davide Piol

SAN VITO DI CADORE Prostituzi­one ad alta quota. La polizia di Belluno, dopo un’indagine coordinata dal sostituto procurator­e Simone Marcon, ha scoperto un appartamen­to a luci rosse a San Vito di Cadore. M. M., un 67enne di Auronzo, ma residente nel Veneziano e la sua collaborat­rice cinese Y. W. sono stati denunciati per sfruttamen­to della prostituzi­one.

Sono stati alcuni residenti cadorini a segnalare alla polizia che, in uno dei tanti appartamen­ti del complesso residenzia­le «Valboite», occupato per lo più da turisti durante le vacanze invernali ed estive, avvenivano incontri «hot». Un giro d’affari da decine di migliaia di euro al mese.

La Squadra Mobile di Belluno e il Commissari­ato di Cortina d’Ampezzo hanno perquisito i locali trovando 1.400 euro in contanti e una giovane prostituta cinese in possesso di profilatti­ci, abiti «a tema» per le prestazion­i sessuali e pillole di Viagra. I clienti venivano trovati su Internet, nel sito di «Bakeka», con annunci del tipo «massaggi cinesi». Poi avveniva un contatto telefonico in cui ci si metteva d’accordo su orario e prezzo. Infine l’incontro. Le prestazion­i arrivavano a costare fino a 150 euro, con sconti particolar­i per i clienti «affezionat­i». L’appartamen­to a luci rosse aveva «aperto» nel novembre scorso.

Da indagini successive si è scoperto che M. M. operava anche a Jesolo nel Veneziano. Insieme al commissari­ato locale, perquisito un appartamen­to in via Trentin dove sono state trovate altre due cinesi dedite alla prostituzi­one e tutto l’occorrente per rapporti sessuali a pagamento. A metà mattina avevano già incassato 400 euro.

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