Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bruciò un libro davanti ad Arrighi, condannato
Lo scrittore romano venne minacciato mentre trascorreva le vacanze a Cortina
CORTINA In uno dei libri più famosi di Stephen King, la protagonista rapisce e tortura uno scrittore per aver eliminato il suo personaggio preferito e gli impone di «resuscitarlo» in un nuovo romanzo. L’idea delittuosa, condivisibile o meno, nasce e si sviluppa nella sofferenza. Ben diverso, invece, il motivo che aveva spinto il 50enne romano Federico Calunzo a stalkerizzare lo scrittore e avvocato Gianluca Arrighi. Prima a Roma nel 2015. Poi a Cortina e a Padova nel 2017.
Dietro quell’ossessione si nascondeva l’incapacità per Calunzo di accettare il successo di un suo concittadino, quando per lui le porte dell’editoria non si erano mai aperte. Venerdì scorso il Tribunale di Roma l’ha condannato a due anni e sei mesi di reclusione per stalking. La competenza territoriale è rimasta nella capitale perché gli episodi avvenuti in Veneto sono stati ritenuti uniti dal vincolo della continuazione con quelli di Roma, per i quali Calunzo aveva già patteggiato un anno e mezzo.
L’incubo inizia nel 2015 con una serie di sms contenenti minacce e insulti come «ti uccido, sono più bravo di te, sei in cima alle classifiche solo perché sei ricco». Poi la condanna e l’incontro con Arrighi, desideroso di conoscerlo per «capire le ragioni di un odio così profondo e perdonarlo». Tutto sembra tornato alla normalità fino a quando lo scrittore romano, in vacanza a Cortina, si trova davanti lo stalker con una copia del suo ultimo libro in mano.
Calunzo comincia a strappare le pagine e poi dà fuoco al testo. Insoddisfatto, lo pedina e lo ferma anche in un autogrill vicino Padova chiedendogli di leggere le sue bozze. Nonostante gli episodi poco piacevoli, Arrighi è tornato nel Bellunese in cerca di ispirazione per i suoi nuovi racconti. «Per nessuna ragione al mondo rinuncerei alle meraviglie di Cortina - ha spiegato – Tra queste montagne riscopro ogni anno la simbiosi tra l’uomo e la natura: una magia che Roma, seppur maestosa e intrisa di suggestioni primordiali, non potrà mai regalarmi».