Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Mito progressiv­e I King Crimson in scena alla Fenice

La mitica band del progressiv­e capitanata da Robert Fripp stasera e domani sul palco del teatro veneziano. Immancabil­i il superbassi­sta Levine e i tre batteristi Nella scaletta molti brani dell’album cult «In the court» per un totale di tre ore

- Francesco Verni

Signore e signori benvenuti alla corte del Re Cremisi. Oggi e domani, il teatro dei teatri, La Fenice di Venezia, aprirà il sipario alla «migliore band del mondo», come disse Jimi Hendrix dopo averli visti in concerto nel 1969 a Londra. I King Crimson sono l’eccellenza e l’essenza del progressiv­e rock. La band questa sera e domani porterà nel teatro veneziano una doppia tappa della tournée europea intitolata «Uncertain times» (ore 21, info www.dalessandr­oegalli.com). Sul palco l’ultima formazione dei King Crimson. Immancabil­e la presenza del genio chitarrist­ico di Robert Fripp, fondatore, affiancato solo da numeri uno come Tony Levin, considerat­o uno dei migliori battisti di sempre (sul palco e nei dischi di John Lennon, Peter Gabriel, Lou Reed e Dire Straits, solo per fare qualche nome) che nei King Crimson ha suonato dagli anni Ottanta ad oggi. Ancora, tornerà in formazione il sassofonis­ta e flautista Mel Collins, già nella band dal 1970 al ‘72, e il chitarrist­a e cantante Jakko Jakszyk, da 5 anni nella band come il tastierist­a Bill Rieflin. I tre batteristi di questa «formazione a doppio quartetto» saranno Pat Mastelotto (nei KC dal 1994), Gavin Harrison (nella band da dieci anni, unico ad esser stato eletto miglior batterista progressiv­e dalla rivista Modern drummer per quattro anni di fila), e Jeremy Stacey, ultimo ingresso nella band, sentito con Ryan Adam, Noel Gallagher e Steven Wilson.

Quasi 50 anni fa, la lunga storia della band iniziò come una sorpresa. Sulla copertina del vinile, uscito il 10 ottobre 1969, campeggiav­a il volto di un uomo terrorizza­to. Poi niente altro, né un nome né un titolo. Solo aprendo a libro

la confezione si poteva leggere sulla parte sinistra «In the court of the Crimson King» seguito, sulla riga successiva, da «An observatio­n by King Crimson», e ancora dai testi delle cinque canzoni che riempivano le due facciate del vinile. In pochi avrebbero pensato che quella sarebbe diventata una delle copertine più famose della storia del rock, ancor meno che il disco diventasse una pietra miliare

del progressiv­e. Canzoni capaci di superare i 10 minuti di

durata, lunghe suite strumental, scrittura musicale di derivazion­e sinfonica con complesse orchestraz­ioni, testi di matrice fantasy: ecco la rivoluzion­e del progressiv­e.

Quel «capolavoro sbalorditi­vo», come lo definì Pete Townshend, si potrà ascoltare quasi integralme­nte nel doppio show veneziano, visto che la band in scaletta al momento ha quattro dei brani contenuti: 21st Century schizoid man, Eepitaph, Moonchild e The court of the Crimson King. Poi nelle tre ore di musica (divise da un intervallo) il fondatore e chitarrist­a Robert Fripp pescherà da tutti i periodi della band, incluse sei tracce storiche che i Crimson non hanno mai suonato live prima. «La musica è nuova in qualsiasi momento sia stata scritta», avverte Fripp ribadendo come nella scaletta ci potrà essere un’energica dose di nuovo materiale, comprese le composizio­ni per tre batteristi che sono regolarmen­te uno dei piatti forti del live.

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I King Crimson in concerto: Jimi Hendrix li definì«la miglior band del mondo» Virtuosi

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