Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Lega e industriali, sul decreto lavoro ora è scontro totale
Salvini: «Sono in 5». Carraro: «Dov’è Zaia?»
VENEZIA Il decreto Dignità incendia la polemica fra im- prenditori e Lega. L’ultima bordata pubblica è arrivata ieri dall’incontro di Confindu- stria Vicenza in cui la vicepresidente Laura Dalla Vecchia ha chiamato in causa personalmente il governatore Luca Zaia. Salvini, da Roma, dice: «Conosco i veneti, saranno 5 a lamentarsi».
VENEZIA Decreto Dignità, è scontro totale fra imprenditori veneti e Lega. Certo, non aiuta il commento con cui il «capitano» Matteo Salvini liquida la rivolta delle aziende nordestine. «Questi imprenditori che protestano sono un’invenzione giornalistica. – ha detto ieri il viceministro – Quelli che dicono quelle cose sono al massimo cinque. Io li conosco gli imprenditori veneti e non sono preoccupato». La risposta, durissima, arriva questa volta da Vicenza, dove il vice presidente della Confindustria berica, Laura Dalla Vecchia, scandisce: «Le parole di Salvini non mi stupiscono, il silenzio di Luca Zaia sì».
Chi pensava che Massimo Finco, presidente di Assindustria Venetocentro, sarebbe rimasto isolato dopo aver attaccato frontalmente la Lega troppo «silenziosa» sul decreto Dignità, pare aver preso una cantonata. L’ennesima voce a sostegno del j’accuse di Finco arriva dalla Carraro Group con il presidente Enrico Carraro che, a margine dei numeri positivi della semestrale si infiamma: «Massimo ha detto con il suo stile quello che pensiamo tutti, sono subissato di telefonate di colleghi imprenditori. L’incertezza introdotta da questo decreto e il silenzio del Carroccio in regione preoccupano moltissimo. Zaia che è sempre stato presente per il mondo dell’impresa non interviene nel dibattito e ci stupisce. E le parole del segretario del Carroccio Toni Da Re che ci accusa di pensare solo ai soldi sono offensive, inaudite».
Se il dibattito in Veneto resta incandescente, a Roma non va molto meglio. Pare che ieri Salvini abbia incrociato sulle scale di Montecitorio Silvio Berlusconi giusto un attimo dopo la conferenza stampa in cui il leader di Forza Italia ha chiesto al governo di cancellare tout court il decreto. E il Cavaliere avrebbe apostrofato il vicepremier con un «I tuoi stanno tranquilli in Veneto?» riferendosi alle proteste degli imprenditori. Salvini avrebbe abbozzato con un: «Sono più tranquilli del tranquillo». In realtà, neppure il tempo che si spegnessero gli echi del doppio incontro sul dl Dignità di Treviso e Padova che ieri pomeriggio, da Vicenza, andava in scena la replica.
«Zaia, perché sul decreto dignità non prendi posizione?». A lanciare il guanto di sfida al governatore è la vicepresidente degli industriali vicentini, Dalla Vecchia imprenditrice alla guida un’azienda metalmeccanica. Parole dure, ancora una volta: «È un momento demoralizzante per le imprese. Dopo anni di crisi, con tutta la fatica che abbiamo fatto per provare a uscirne, ci troviamo di fronte a un provvedimento simbolico che cavalca la mai sopita mentalità anti-industriale che si respira nel nostro Paese. Ma attenzione: chi non valorizza le imprese, non fa proprio nulla per la dignità». E Dalla Vecchia chiama in causa Zaia: «Deve rendersi conto che questa è la sua regione, una di quelle che trainano il Paese: si prenda le sue responsabilità». Negativo sul decreto anche il vicentino Eugenio Calearo Ciman, presidente del Gruppo Giovani di Confindustria Veneto: «Ingessa le imprese». Il testo del decreto ieri è stato aspramente criticato anche dalla Confcommercio vicentina, «è fortemente penalizzante per il terziario» avverte il direttore Ernesto Boschiero. Fra gli imprenditori veneti, in questi giorni, non si parla d’altro. «Leggo le reazioni di alcuni esponenti leghisti e resto basito – dice ancora Carraro – , noi imprenditori, siamo veramente preoccupati della deriva anti-impresa che sta prendendo questo governo. Il Nordest, rischia di non avere più un riferimento politico. E il peggio è che sembra di essere ancora in campagna elettorale, si va avanti per slogan».
Tutti contro la Lega? A sparigliare le carte, ci pensa la Cgil che, sulla falsariga di quanto dichiarato ieri al nostro giornale dal segretario regionale Christian Ferrari, prende le distanze dal clima di condanna generale parlando di «inutile allarmismo» sul dl Dignità. «Allarmismi strumentali. – distillano i segretari della Cgil di Padova e Treviso, Aldo Marturano e Giacomo Vendrame - Si tratta di un provvedimento poco più che simbolico, che incide ben poco».
E, infine, lunedì è attesa a Verona per incontrare proprio gli imprenditori Giorgia Meloni, leader di FdI, che ha già annunciato il voto contrario in aula se il testo del dl resterà invariato: «Riporta in auge la lotta di classe» ha detto Meloni.
La Cgil
Gli allarmismi di Confindustria sono per lo più strumentali, i problemi sono altri