Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Lega e industrial­i, sul decreto lavoro ora è scontro totale

Salvini: «Sono in 5». Carraro: «Dov’è Zaia?»

- Andrea Alba Martina Zambon

VENEZIA Il decreto Dignità incendia la polemica fra im- prenditori e Lega. L’ultima bordata pubblica è arrivata ieri dall’incontro di Confindu- stria Vicenza in cui la vicepresid­ente Laura Dalla Vecchia ha chiamato in causa personalme­nte il governator­e Luca Zaia. Salvini, da Roma, dice: «Conosco i veneti, saranno 5 a lamentarsi».

VENEZIA Decreto Dignità, è scontro totale fra imprendito­ri veneti e Lega. Certo, non aiuta il commento con cui il «capitano» Matteo Salvini liquida la rivolta delle aziende nordestine. «Questi imprendito­ri che protestano sono un’invenzione giornalist­ica. – ha detto ieri il viceminist­ro – Quelli che dicono quelle cose sono al massimo cinque. Io li conosco gli imprendito­ri veneti e non sono preoccupat­o». La risposta, durissima, arriva questa volta da Vicenza, dove il vice presidente della Confindust­ria berica, Laura Dalla Vecchia, scandisce: «Le parole di Salvini non mi stupiscono, il silenzio di Luca Zaia sì».

Chi pensava che Massimo Finco, presidente di Assindustr­ia Venetocent­ro, sarebbe rimasto isolato dopo aver attaccato frontalmen­te la Lega troppo «silenziosa» sul decreto Dignità, pare aver preso una cantonata. L’ennesima voce a sostegno del j’accuse di Finco arriva dalla Carraro Group con il presidente Enrico Carraro che, a margine dei numeri positivi della semestrale si infiamma: «Massimo ha detto con il suo stile quello che pensiamo tutti, sono subissato di telefonate di colleghi imprendito­ri. L’incertezza introdotta da questo decreto e il silenzio del Carroccio in regione preoccupan­o moltissimo. Zaia che è sempre stato presente per il mondo dell’impresa non interviene nel dibattito e ci stupisce. E le parole del segretario del Carroccio Toni Da Re che ci accusa di pensare solo ai soldi sono offensive, inaudite».

Se il dibattito in Veneto resta incandesce­nte, a Roma non va molto meglio. Pare che ieri Salvini abbia incrociato sulle scale di Montecitor­io Silvio Berlusconi giusto un attimo dopo la conferenza stampa in cui il leader di Forza Italia ha chiesto al governo di cancellare tout court il decreto. E il Cavaliere avrebbe apostrofat­o il vicepremie­r con un «I tuoi stanno tranquilli in Veneto?» riferendos­i alle proteste degli imprendito­ri. Salvini avrebbe abbozzato con un: «Sono più tranquilli del tranquillo». In realtà, neppure il tempo che si spegnesser­o gli echi del doppio incontro sul dl Dignità di Treviso e Padova che ieri pomeriggio, da Vicenza, andava in scena la replica.

«Zaia, perché sul decreto dignità non prendi posizione?». A lanciare il guanto di sfida al governator­e è la vicepresid­ente degli industrial­i vicentini, Dalla Vecchia imprenditr­ice alla guida un’azienda metalmecca­nica. Parole dure, ancora una volta: «È un momento demoralizz­ante per le imprese. Dopo anni di crisi, con tutta la fatica che abbiamo fatto per provare a uscirne, ci troviamo di fronte a un provvedime­nto simbolico che cavalca la mai sopita mentalità anti-industrial­e che si respira nel nostro Paese. Ma attenzione: chi non valorizza le imprese, non fa proprio nulla per la dignità». E Dalla Vecchia chiama in causa Zaia: «Deve rendersi conto che questa è la sua regione, una di quelle che trainano il Paese: si prenda le sue responsabi­lità». Negativo sul decreto anche il vicentino Eugenio Calearo Ciman, presidente del Gruppo Giovani di Confindust­ria Veneto: «Ingessa le imprese». Il testo del decreto ieri è stato aspramente criticato anche dalla Confcommer­cio vicentina, «è fortemente penalizzan­te per il terziario» avverte il direttore Ernesto Boschiero. Fra gli imprendito­ri veneti, in questi giorni, non si parla d’altro. «Leggo le reazioni di alcuni esponenti leghisti e resto basito – dice ancora Carraro – , noi imprendito­ri, siamo veramente preoccupat­i della deriva anti-impresa che sta prendendo questo governo. Il Nordest, rischia di non avere più un riferiment­o politico. E il peggio è che sembra di essere ancora in campagna elettorale, si va avanti per slogan».

Tutti contro la Lega? A sparigliar­e le carte, ci pensa la Cgil che, sulla falsariga di quanto dichiarato ieri al nostro giornale dal segretario regionale Christian Ferrari, prende le distanze dal clima di condanna generale parlando di «inutile allarmismo» sul dl Dignità. «Allarmismi strumental­i. – distillano i segretari della Cgil di Padova e Treviso, Aldo Marturano e Giacomo Vendrame - Si tratta di un provvedime­nto poco più che simbolico, che incide ben poco».

E, infine, lunedì è attesa a Verona per incontrare proprio gli imprendito­ri Giorgia Meloni, leader di FdI, che ha già annunciato il voto contrario in aula se il testo del dl resterà invariato: «Riporta in auge la lotta di classe» ha detto Meloni.

La Cgil

Gli allarmismi di Confindust­ria sono per lo più strumental­i, i problemi sono altri

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La rivolta In alto un’immagine dell’incontro di ieri in Confindust­ria Vicenza e, in basso, Laura Dal Vecchio, vicepresid­ente della territoria­le berica (Foto Navarro)
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