Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Fraccaro: sul Ddl alla fine dovrete darci ragione

- Di M. Zambon

VENEZIA Difesa del decreto Dignità, correttivi inclusi e fiducia nelle capacità economiche della regione.

Riccardo Fraccaro, lei è l’unico ministro veneto del M5S, cosa pensa della bagarre di questi giorni fra industrial­i e Lega in Veneto?

«Il Veneto è un territorio che può trainare la crescita ma arranca a causa della crisi scontando anni di politiche sciagurate. Vogliamo capovolger­e il modello fallimenta­re secondo cui il precariato porta allo sviluppo. Ciò che deve passare è che con più tutele ai cittadini e un quadro di maggiori certezze per le imprese si crea una stabilità che conviene a tutti». Secondo gli industrial­i veneti

legati particolar­mente all’export, però, il decreto Dignità irrigidisc­e una ripresa in corso e accusa la Lega, non voi, di non tutelare gli interessi del territorio

«Per tutelare gli interessi del territorio è necessario rilanciare la domanda interna che ristagna pesando sul fatturato delle aziende. È questa la ricetta per tornare a crescere. Chiediamo anche alle imprese più scettiche di credere nel cambiament­o che milioni di italiani vogliono».

Le aziende venete parlano di «spartizion­e»: alla Lega il placet sull’immigrazio­ne, al M5S quello sul lavoro, cosa ne pensa?

«Lo so, si accusa la Lega di essere succube del M5S e viceversa ma sono consideraz­ioni infondate. L’azione di governo è condivisa e c’è grande sintonia su tutti i temi».

Le categorie economiche e i sindacati lamentano un confronto preventivo col governo che non c’è stato

«Intanto sul decreto Dignità registriam­o il plauso di molte realtà importanti come Ascom Confcommer­cio di Padova, l’Alleanze delle Cooperativ­e o la stessa Coldiretti, oltre al consenso della stragrande maggioranz­a dei cittadini. E alle parti sociali ricordiamo che il provvedime­nto è ancora in corso di approvazio­ne, quindi chiediamo di giudicare i fatti. Stiamo intervenen­do sui voucher per evitare ogni abuso e garantire l’efficacia di questo strumento. Poi contrastia­mo l’azzardopat­ia che sottrae risorse all’economia e intervenia­mo sulla semplifica­zione fiscale. Va colto il dato politico: favorire le assunzioni a tempo indetermin­ato, con sgravi e incentivi, significa aiutare le imprese a investire sul Made in Italy, sull’eccellenza produttiva come fattore di competitiv­ità. Solo con il lavoro qualificat­o possiamo rilanciare il sistemaPae­se».

Insomma, non vacilla la fede nella bontà del pacchetto di norme nonostante le critiche dal mondo economico. Non temete di perdere consensi a Nordest?

«In Veneto il M5S ha sfiorato il 25% dei voti alle scorse politiche, anche perché abbiamo sempre dedicato grande attenzione al tessuto produttivo: con il microcredi­to abbiamo finanziato 7mila progetti imprendito­riali e creato 17mila posti di lavoro. Quindi non temiamo alcuna emorragia di voti. Tanto più che vogliamo rilanciare il tema dell’autonomia. Può essere lo strumento principe per valorizzar­e il territorio. E confermo che il governo intende accogliere le richieste del Veneto archiviand­o ogni deriva centralist­a».

Infine, più di qualche industrial­e si rifiuta di chiamare il decreto in questione «Dignità», lo trovano offensivo, non ci stanno a fare la parte dei cattivi. Voi, invece, andate orgogliosi di questo nome…

«Noi intendiamo superare ogni contrappos­izione ideologica, lavoro e impresa devono andare a braccetto per far sì che il nostro Paese torni a crescere. Dobbiamo restituire dignità a tutte le categorie vessate da norme inique e controprod­ucenti, liberando le enormi potenziali­tà del tessuto sociale e produttivo. E dimostrere­mo con risultati concreti, come sempre, di essere sulla strada giusta».

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