Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Fassa Bortolo accusa: «I burocrati bloccano un piano da 42 milioni»

Fermo da un anno l’investimen­to nella veronese Vilca

- Alessio Corazza

TREVISO Un investimen­to milionario bloccato dalla burocrazia. È quanto denuncia la trevigiana Fassa Bortolo a proposito del rilancio dello stabilimen­to Vilca di Dolcè (in provincia di Verona) rilevato lo scorso anno. Dito puntato contro gli amministra­tori del piccolo comune di 2500 abitanti della Valdadige: «Un rimpallo tra sindaco e segretario comunale e ufficio tecnico, per apporre una semplice firma per cui basterebbe un notaio, rischia di far saltare un piano di investimen­ti di 42 milioni di euro», denuncia in una nota il gruppo di Spresiano (Treviso), piccolo colosso dei materiali per l’edilizia.

La Vilca, con i suoi cinquanta dipendenti, si trovava in un periodo di grave crisi e in concordato preventivo quando è stata rilevata a luglio dell’anno scorso per 24 milioni di euro dall’azienda guidata da Paolo Fassa, nell’ambito di una serie di acquisizio­ni di fabbriche di calce. Lo stabilimen­to di Dolcè necessita però di importanti correttivi: potenziame­nto delle linee produttive, cambio del combustibi­le delle fornaci (che oggi è ancora il superato pet-coc), ampliament­o dello stabilimen­to per lo stoccaggio della calce, efficienta­mento della cava. Servono, quindi, i rispettivi permessi comunali. A sentire Fassa Bortolo, l’amministra­zione di Dolcè appare in un primo momento favorevole al piano dei nuovi proprietar­i, ma poi qualcosa si inceppa. Tra tira e molla, nel frattempo passa un anno, troppo per il presidente Fassa, che dice ora di provare «tanta amarezza», di sentirsi «esasperato da questa burocrazia» che «mortifica le imprese», fino alla minaccia di ripensare le strategie aziendali e «indirizzar­e i progetti di sviluppo verso l’estero». Di fronte a un simile sfogo, il sindaco di Dolcè Massimilia­no Adamoli sceglie, piuttosto sorprenden­temente, di chiudersi nel silenzio. «In questo momento non ho niente da dire», afferma. Incalzato, però, assicura che il suo Comune resta favorevole al progetto e che, semmai, bisogna chiedere alla Provincia di Verona, che non ha ancora ultimato la Valutazion­e d’impatto ambientale (Via). Solo dopo che ci sarà quel documento, fa capire il sindaco, il Comune si esprimerà.

Non ci sarà molto da attendere per conoscere le posizioni reali perché Provincia e azienda hanno collaborat­o e la Via sarebbe ormai in fase di rilascio. Da Spresiano restano convinti che il Comune avrebbe già potuto rilasciare le autorizzaz­ioni anche in attesa di Via. I 42 milioni del piano, per ora, restano congelati.

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Esasperato Paolo Fassa

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