Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Comune e Contarina, altro scontro «Puliscano i fiumi senza far danni»
L’assessore Manera: «Sfalcio delle alghe con mezzi a norma. Parco Sile controlli»
TREVISO Se ne torna a parlare d’estate ma l’emergenza non si ferma con i mesi più caldi. Sfalcio acquatico dannoso per i canali, secche dei fiumi che creano pozze maleodoranti fra le abitazioni: la «città d’acque» citata da Fazio degli Uberti e Dante non si riconosce più, fra fogne a cielo aperto e morie di pesci. E per una volta, incredibilmente, ambientalisti e leghisti stanno dalla stessa parte. Stavolta contro Contarina, gestore del servizio di pulizia e gestione nel capoluogo.
Dopo l’affondo di Italia Nostra e Legambiente sulla illecita e pericolosa pratica di pulire sponde e letti con le «barchemotozappe», il Comune chiede spiegazioni e va all’attacco. «Ho chiesto formalmente a Contarina perché lo sfalcio delle alghe nel Sile e nei canali contigui venga eseguito in questo modo, chiedendo che sia svolto con strumenti regolari – afferma l’assessore all’ambiente Alessandro Manera -. Ho già segnalato la cosa all’ente Parco del Sile perché vigili su queste pratiche. Sfalci irregolari arano il fondo del canale distruggendone la fauna acquatica e inquinando l’acqua». Toni duri contro la società (oggi a guida Pd) che Ca’ Sugana ha messo nel mirino anche per la gestione dei rifiuti e manutenzione del verde pubblico. «Ci stiamo attrezzando – spiega Manera – anche per reperire fondi per una manutenzione straordinaria dei canali, per i problemi legati al fondo troppo alto. Sono lavori costosi, ma interverremo».
Intanto, nei canali delle periferie, l’elemento acqua scarseggia e c’è preoccupazione. «Emblematico e simbolico del disastro è un tratto del Botteniga in via Isonzo, un accumulo di fognatura – denuncia Romeo Scarpa di Italia Nostra -. Ci sono degli sbarramenti gestiti in modo autonomo che non danno acqua a questo ramo, totalmente interrato. Tale è la confusione di ruoli e responsabilità che da anni non si fa nulla». Ma non si può parlare acqua senza parlare del sistema fognario (al quale solo il 35% degli abitanti del capoluogo è allacciato) e degli scarichi domestici nei canali: «Tutto questo degrado porta alle inevitabili proteste dei cittadini, costretti a vivere in condizioni igieniche da Terzo Mondo. Alla fine arriverà la soluzione “magica” di tombinare tutto, che è come mettere la polvere sotto il tappeto».
Il fronte Toni duri verso la società a guida Pd Nei canali in periferia è allarme siccità