Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Olmi, il prete è in viaggio: saccheggiata la canonica Razzia di zucche a Villorba
SAN BIAGIO DI CALLALTA La parrocchia chiusa perché il sacerdote è in viaggio in Sicilia con un gruppo di scout. E il giardino traboccante di zucche e svuotato in pieno giorno. Ladri con obiettivi diversi quelli che hanno colpito a San Biagio e Villorba.
I primi, la scorsa settimana, hanno preso di mira la canonica della parrocchia di Olmi di San Biagio. Il parroco, Don Edy Savietto, in questi giorni è assente e la canonica è chiusa: i ladri hanno quindi potuto agire indisturbati. Probabilmente di notte sono entrati nell’edificio forzando una finestra, e hanno rovistato ovunque. In particolare nello studio del sacerdote. Lì hanno trovato un blocchetto con almeno 16 assegni in bianco e circa 2.500 euro in contanti: erano le offerte dei fedeli che il sacerdote aveva sistemato lì in attesa di versarle in banca. Il furto è stato scoperto solo all’inizio di questa settimana, e denunciato ai carabinieri che stanno cercando di identificare il responsabile. Non è escluso che il ladro abbia tenuto d’occhio gli spostamenti di don Edy e sapesse che, in quei giorni, sarebbe stato assente perché impegnato con il gruppo scout in un viaggio a Palermo e, quindi, che la canonica era incustodita.
Un 34enne di Villorba, invece, il furto l’ha subito sotto il naso e in pieno giorno. È successo ieri intorno all’ora di pranzo quando, mentre era dentro casa, si è accorto che qualcuno stava rubando le sue zucche dal giardino. «Sono corso giù e sono riuscito a mettere in fuga i ladri – spiega -. Questi, scappando a bordo di una Fiat Seicento, mi hanno urlato che potevano prenderle perché, anche se le piante sono nella mia proprietà, i frutti uscivano dalla recinzione. Ho annotato il numero di targa ora valuterò se denunciare».
Il 34enne, in questo modo, è riuscito a recuperare tre zucche ma, fatti pochi passi, si è reso conto che tutte quelle piantate sul retro dell’abitazione, e che crescevano lungo il muretto, di recinzione erano sparite: «Me ne hanno rubate una decina. Sono rimasto allibito. E mi chiedo se, a questo punto, devo mettere l’antifurto anche all’orto». CASTELFRANCO Il parco di Villa Revedin Bolasco, a Castelfranco, ha vinto la categoria «Parchi Pubblici» della 16esima edizione del concorso promosso dal network «ilparcopiubello.it», che premia le più suggestive aree verdi italiane.
La giuria, ripercorrendo la storia secolare della dimora («definita Paradiso nel Cinquecento»), ne ha sottolineato anche alcune delle peculiarità: «Uno degli elementi più singolari del parco è la Cavallerizza, dovuta al francese Marc Guignon, dominata da due enormi cavalli su alti piedistalli, un tempo sistemati sullo “stradon”: la scenografica arena prativa allinea lungo il perimetro una parte delle sculture del giardino settecentesco, qui riposizionate».
Fino all’intervento decisivo: «Ultimo nome illustre legato alla villa è quello di Antonio Caregaro Negrin, allievo di Bagnara e di Giuseppe Jappelli, che ridisegna nel 1868, per i nuovi proprietari Rinaldi, il precedente giardino con sentieri sinuosi contornati da una rigogliosa vegetazione che prendono il posto dei viali rettilinei, mentre le classiche peschiere diventano laghetti serpeggianti sui quali prospettano la “cavana” per il ricovero delle barche e, su un’isoletta, la curvilinea Serra moresca».
Unico rammarico espresso dai giudici, l’urbanizzazione moderna: «Il complesso, passato ai Bolasco (1924) con la donazione di Renata Mazza Bolasco diviene proprietà dell’Università di Padova nel 1967 che grazie a un importante restauro ha ridato vita a questo Paradiso, pur rimanendo la ferita inferta alla Cavallerizza su cui incombe la massiccia mole dell’ospedale di Castelfranco».
Il colpo «vegetale»
Il proprietario: «Hanno agito di fronte a me, ora devo mettere l’antifurto all’orto?»