Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ospedale Padova, tre anni per far partire i cantieri

Accordo in Regione, Zaia: «Non si torna indietro». E l’Ateneo apre un tavolo per le proposte

- Viafora

Ventidue anni. Da tanto si discute dell’opportunit­à di dotare Padova di un nuovo ospedale. Ma finora si è visto poco. Finora: perché ieri, a Venezia, è stato firmato un accordo tra Regione, Comune, Università, Provincia e Azienda ospedalier­a che potrebbe davvero sbloccare il percorso. «Tre anni per i cantieri, da oggi non si torna indietro», ha promesso il governator­e Zaia.

VENEZIA Lo cunto dei cunti è giunto forse alla sua ultima novella. O giù di lì. Dopo ventidue anni di discussion­i, carte e intese — ven-ti-due, come ha sillabato non senza un qualche risentimen­to il governator­e del Veneto Luca Zaia — finalmente l’iter di realizzazi­one del nuovo ospedale di Padova (o «Nuovo Polo della Salute Ospedale Policlinic­o», secondo l’ultima, ambiziosa declinazio­ne) sembra aver imboccato la giusta china. «Da oggi non si torna indietro, è come se si fosse trascritto un preliminar­e dal notaio», ha detto ieri mattina Zaia, appena uscito dalla sala di Palazzo Balbi, nella quale poco prima aveva radunato l’intero parterre dei soggetti istituzion­ali coinvolti nella partita — dal sindaco Sergio Giordani, al rettore dell’Università Rosario Rizzuto, al presidente della Provincia Enoch Soranzo, fino al direttore generale dell’Azienda ospedalier­a Luciano Flor e all’assessore alla Sanità Luca Coletto — per definire i dettagli dell’accordo. Perché sì, sebbene la sala fosse proprio la stessa di quella dove nel 2010, attorno ad un faraonico progetto da 1,2 miliardi di euro, poi naufragato, si strinsero le mani i protagonis­ti dell’epoca (Giancarlo Galan, Flavio Zanonato, Giuseppe Zaccaria, Adriano Cestrone), ora forse lo si può dire apertament­e: questa dovrebbe essere davvero la volta buona. O almeno, questo è quello che è stato promesso.

«Il Comune si impegna a perfeziona­re la cessione dell’aree di Padova Est entro novembre (mandato già affidato dal Consiglio al sindaco Giordani, ndr) — ha spiegato Zaia —, mentre la Regione da adesso avrà tre anni di tempo per avviare il processo di realizzazi­one dell’opera. È un documento storico, perché parliamo di una struttura sanitaria di livello nazionale e internazio­nale, che ridisegner­à la logistica sanitaria di tutto il Veneto». «Ha vinto la città», ha esultato il sindaco Giordani. «Sono felice, è un passaggio irreversib­ile», gli ha fatto eco il rettore Rizzuto. «Lavorerò con il massimo dell’impegno», ha aggiunto ancora il dg dell’Azienda Flor, che sarà stazione appaltante. Mentre il presidente della Provincia, Soranzo, in modo teatrale con il cellulare all’orecchio, comunicava in diretta il via libera del suo Consiglio, ultimo tassello mancante per giungere all’accordo tra le parti.

Certo, fatta l'Italia, restano da fare gli italiani. Ossia: ora che sono state firmate le carte, c’è un ospedale — e un campus universita­rio che dovrebbe sorgere al suo interno — tutto da pensare e finanziare. Che non è cosa da poco.

Per quanto riguarda i soldi necessari (600 milioni di euro, secondo le stime) Zaia ha risposo così: «Di questo non vi dovete preoccupar­e — ha affermato —, ce ne occuperemo noi della Regione. Come? Attraverso tre strade: la Banca europea per gli investimen­ti, la Cassa depositi e prestiti e infine il cosiddetto programma articolo 20, per l’ammodernam­ento delle strutture sanitarie. Mentre è esclusa l’opzione del project financing».

Per quanto riguarda l’aspetto del contenuto, invece, è l’Università che si è presa carico di elaborare un progetto complessiv­o. «Dovremo pensare a quella che sarà la sanità del futuro — ha puntualizz­ato il rettore Rizzuto —. E in questo senso ho deciso di avviare una grande fase di consultazi­one all’interno della Scuola di Medicina, per raccoglier­e suggerimen­ti e informazio­ni. Verrà costituito un tavolo ad hoc, che sarà guidato da una persona che ho già in mente e i lavori partiranno da settembre».

Certo, qualcuno obietterà che si tratta di frasi già sentite nel corso di questi ventidue anni. Ma un’apertura, questa volta, varrebbe la pena di concederla. «I lavori siano realizzati da imprese venete», si è affrettato a dire, non a caso, il presidente dei costruttor­i veneti dell’Ance Giovanni Salmistrar­i. Un indizio che questa volta, forse, si fa sul serio.

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Il documento Il sindaco di Padova (alcentro) Sergio Giordani mentre firma l’accordo di programma, per la realizzazi­one del nuovo ospedale di Padova. Alla sua destra il governator­e del Veneto Luca Zaia . Sotto la riunione che ha preceduto la firma
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