Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bomba d’acqua su Cortina case allagate e polemiche
Bomba d’acqua a un anno dalla tragedia di Alverà. Crolla un ponte. Ghedina: «Un muro d’acqua»
CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) Mercoledì notte il maltempo ha travolto la valle ampezzana. Ruscelli e fiumi si sono gonfiati fino a straripare, l’acqua ha distrutto il ponte tra Crignes e Mortisa, evacuati l’abitazione di una famiglia e i locali del ristorante Tivoli. La Regione ha chiesto lo stato di crisi. Per gli esperti «poca prevenzione, troppe costruzioni selvagge».
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CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) Era la sera del 4 agosto 2017 e una bomba d’acqua travolse la frazione di Alverà, causando ingenti danni ad abitazioni, attività, nonché la morte di una donna, Carla Catturati, 60 anni, medico in pensione che stava rientrando da una festa. Ebbene, a distanza praticamente di un anno esatto da quella tragedia, Cortina, dopo una notte da tregenda, si è risvegliata ieri con lo stesso incubo: strade e case allagate, torrenti tracimati, addirittura un ponte crollato. Anche se, per fortuna, questa volta non c’è stata alcuna vittima.
Ad essere colpite sono state soprattutto gli abitati di Col, Val e Mortisa. «Il temporale era molto forte e non si placava — racconta il vicesindaco di Cortina Luigi Alverà — ; così all’inizio, ricordando proprio quello che era accaduto l’anno scorso, mi sono precipitato in zona Rio Gere e Alverà, per assicurarmi che la pioggia non stesse smuovendo altro materiale a monte. È a quel punto però che mi hanno chiamato per l’emergenza dall’altra parte della valle, dove ci siamo trovati di fronte a un vero disastro». Nel cuore della tempesta c’era anche l’ex campione di discesa libera, Kristian Ghedina, che rientrava da una sessione di team building al rifugio Averau: «Era un muro d’acqua — ci dice — tornando verso valle in moto facevo fatica a vedere davanti a me, non potevo superare i venti chilometri orari perché la strada era oscurata dalla pioggia. Anche se la cosa più bella è vedere che il territorio risponde sempre con prontezza e solidarietà».
Intanto anche al ristorante stellato «Tivoli», poco sopra Mortisa, si vivevano momenti di apprensione, con l’acqua che entrava nel locale: «Mi sono assentato dal ristorante un attimo ed era tutto normale, quando sono rientrato ho trovato un torrente carico di acqua forte e pericoloso — racconta lo chef e titolare Graziano Prest –. Avevamo ancora dei clienti seduti al tavolo, per cui abbiamo dovuto far intervenire i Vigili del Fuoco per farli evacuare. E ci è voluta addirittura una scala, per farli passare oltre il torrente che era diventato impressionante». Ma la situazione più grave appariva di certo quella tra Crignes a Mortisa, dove crollava il ponte stradale. La forza dell’acqua spingeva sulla struttura inferiore. dove si erano accumulati detriti creando un tappo che poi è esploso trascinando con sé l’intero ponte. Con la luce del giorno sono quindi emersi tutti i danni. Là dove c’era il ponte, per esempio, ieri mattina ai passanti si presentava l’immagine di un fossato, adeguatamente transennato, ma invalicabile (cosa che rappresenta un grosso problema per tutti gli abitanti di Mortisa, che da ieri potranno uscire coi propri mezzi dal loro abitato solamente utilizzando la piccola e ripida strada che la congiunge a località Col. Situazione che diverrebbe ancor più difficile da gestire qualora i lavori di ripristino del ponte non avvenissero prima dell’inizio del periodo invernale). Al «Tivoli» acqua e fango riempivano la zona della cucina ed anche la cantina dove tutti i vini devono ora essere ripuliti dal fango. Per altro ieri mattina, ad aiutare il titolare c’erano anche Carlo Festini Cucco, del ristorante Lago Scin e Claudia, della vetreria Pio Alverà, che l’anno scorso avevano visto distrutto dalla bomba d’acqua il loro locale. A Val, nei pressi dell’hotel Corona, invece, si è creata una piccola voragine a margine della strada ed il marciapiede all’incrocio della strada che accompagna ia Crignes è andato completamente distrutto, con sampietrini che parevano galleggiare su quella lingua d’acqua che da Socrepes, attraversando i prati, è giunta fino al Boite all’altezza del centro congressi Alexander Hall.